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Siberia – Si Vuole Scappare

2018 - Maciste Dischi
pop / new wave

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Tracklist

1. Nuovo pop italiano
2. Cuore di rovo
3. Yamamoto
4. Strangers In The Field Of Love
5. Ginevra
6. Epica del dolore
7. Chiusi nell’hotel
8. Tramonto per sempre
9. Ritornerà l’estate


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Ho messo su il disco nuovo dei Siberia sabato scorso. Mia moglie era sul divano a leggere e io ero al fratino scuro della sala, davanti al computer. Lei è una grande fan dei Baustelle, io no. Li ho sempre detestati. “Ah, chi è che sta copiando i Baustelle?”, mi chiede ad un tratto.

La mia recensione di  Si vuole scappare“, il nuovo album dei livornesi Siberia, potrebbe finire qui. E invece voglio perseverare, perché in effetti, di spunti interessanti, questo disco ne riserva. Innanzitutto è suonato molto bene, riflettendo arsure ritmiche spiccatamente Interpol e una cultura vagamente british. Le canzoni non risultano mai noiose o troppo lunghe e la forzatura dei pezzi non è nelle loro corde, diciamo. I Siberia, grazie a questo “Si vuole scappare“, diventano proprio quel gruppo che ti va di ascoltare quando esci di casa e non trovi nessuno stimolo esterno: giungono in aiuto, con la loro attitudine new wave a metà tra il newyorchese baroccheggiante e la gita in campagna tra amici.

Il disco però parte male, Nuovo pop italiano è troppo cauta e ci si aspetterebbe di più come primo pezzo del secondo album. Cuore di rovo però riscalda subito gli animi, con la sua lezione e il suo invito al rimanere “sulla stessa barca” il più a lungo possibile. “Pesano in capo ai miseri le nostre feste inutili” non è assolutamente un passaggio da sottovalutare e la stessa idea artistica di base del gruppo, che afferma Abbiamo cercato di fare un disco classico, che suonasse attuale ma che con una grammatica diversa potesse esser stato scritto trent’anni fa o tra trent’anni. Ma soprattutto un disco che comunichi con i nostri contemporanei e coetanei, che alla fine sento essere i miei fratelli a cui voglio comunicare il mio amore, il mio dolore, la mia storia” non è per niente picaresca.

Tornando alla musica, Yamamoto è una minestrina riscaldata e Strangers In The Field Of Love rispecchia in pieno, con il suo alternarsi di inglese e italiano, il mood tendenziale di stampo Rockit del momento. Le canzoni sono però dense, nel loro scorrere, e Ginevra, con le sue rime un po’ troppo scontate ma di forte impatto, fa capire all’ascoltatore di essere in compagnia di un gruppo consapevole delle proprie origini e schietto nelle presentazioni. Chiusi in un hotel è laconica e troppo “Lost In Translation”, ma ammetto che lasci un affascinante amaro in bocca.

Ci sono attimi frenetici e attimi più dedicati alla poesia, in questo “Si vuole scappare“, nuovissimo prodotto di casa Maciste Dischi, etichetta indie che avevo conosciuto grazie al mezzo exploit, se così vogliamo chiamarlo, di Gazelle. Insomma, diciamocelo, gli Interpol di “El Pintor” sarebbero stati il massimo, per il secondo disco dei Siberia, come collegamento. I Baustelle, purtroppo, si sentono troppo.

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