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Canìs – Effetto Doppler

2018 - Lapilla/Ponderosa
songwriting

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Tracklist

1. Gennaio
2. Febbraio
3. Marzo
4. Aprile
5. Maggio
6. Giugno
7. Luglio
8. Agosto
9 - IX Settembre
10. Ottobre
11. Novembre
12. Dicembre
13 - Effetto Doppler


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“Dove? Dove son stato ieri? Ho come l’impressione che anche ieri abbia sostato qui”, è la frase d’apertura di Gennaio e dell’intero
disco/calendario “Effetto Doppler”, debutto di Daniele Soriani a.k.a. Canìs, ottimi arrangiamenti pieni di ricchezze jazz/folk e testi creativi, divertenti, profondi e mai scontati in cui le influenze di giganti come Paolo Conte e Capossela si fanno sentire e, come quest’ ultimo, a ritroso, di ispirazione in ispirazione, ci rimanda a Tom Waits che ci porta indietro ad Howlin’ Wolf e ancora Robert Johnson fino a dove la memoria ci suggerisce.

Quindi da dove arriva l’ispirazione? Da uno spazio-tempo sospesi, che indicano, facendoci girare attorno ad un centro che si può soltanto cercare, lontananze, distanze, ironie e malinconie; tra fisarmoniche, pianoforte, fiati e corde la Terra di Lomellina è una linea retta che divide le risaie dal cielo fosco e Canìs la usa come una tela su cui imprimere riflessioni, ricordi, relazioni.
Cos’è la “Bomba” di cui canta in Febbraio? È l’ evento che è già accaduto e che deve ancora accadere nella sospensione dei limiti entro i quali abbiamo un senso? E chi ha assistito all’evento? Quali sono le conseguenze dell’averlo sperimentato? Nell’incontro degli sguardi di due sconosciuti possiamo sentirne l’eco e l’orizzonte e i limiti e la Lomellina intera tremano; ma Marzo arriva lo stesso e le pozze della brughiera diventano specchi, varchi aperti nei quali galassie, pianeti e costellazioni paralleli ci spiano e ci suggeriscono una nuova storia; una storia d’amore senza limiti nei quali torniamo ad essere quelle particelle prima dell’esplosione, che nel miracolo della musica si riconoscono ed ecco allora capelli, sguardi, uomini. Ad Aprile guardare la pioggia dietro a un vetro è quasi come meditare, lo sguardo si confonde tra il vetro, le gocce d’acqua e il mondo fuori, noi nel corpo ad osservare e a domandarci perché non stiamo volando nell’aria.

“L’ Acacia s’adagia” e tutto rallenta in Maggio, adesso ogni cosa deve tornare al suo posto, perché è già Giugno e ci troviamo al tavolo davanti ad un bicchiere mentre Canìs e i 15 musicisti che lo accompagnano in questo lavoro imprigionano in una forma quei frammenti d’universo ricomposti dopo l’esplosione, e gli danno ritmo e li fanno vibrare, e li rendono vivi, e diventano immagini. A questo punto tutti i sensi devono stare all’erta: il mese di Luglio va più veloce, alziamo la testa al cielo osservando le “numerosissime rotte che ci passan sulla testa” ma la spiegazione ce la daranno solo “le stringhe emancipate dalle scarpe”.

È malinconica Agosto, in un cortile assolato, la luce è terrificante e c’è nostalgia per il trambusto lavorativo che scopre il vuoto di una rassicurante gabbia alla quale siamo abituati. A Settembre la routine riprende, è così il ritmo e torna la “fatica a salutarsi” in un intreccio di fiati e chitarre tra jazz e echi prog.
Ottobre scorre lento come un fiume di acqua e fango con suggestive melodie sinistre quasi uscite da un carrugio di Rain Dogs prima di “cedere all’inverno di nascosto” in Novembre quando tutto è così fragile che “la luna potrebbe volersi fermare”, mentre in Dicembre torniamo a guardare le stelle da non confondere con le luci delle cascine lontane con ironica consapevolezza fino ad entrare all’ultima festa circense dell’anno. La title-track Effetto Doppler, ci riporta a riflettere sulla nostra origine ed è la degna conclusione di un bel debutto che varcherà presto i confini lomellini per farsi conoscere in altre costellazioni.

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