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Yo La Tengo – There’s A Riot Going On

2018 - Matador
alternative rock

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Tracklist

1. You Are Here
2. Shades of Blue
3. She May, She Might
4. For You Too
5. Ashes
6. Polynesia #1
7. Dream Dream Away
8. Shortwave
9. Above the Sound
10. Let's Do It Wrong
11. What Chance Have I Got
12. Esportes Casual
13. Forever
14. Out of the Pool
15. Here You Are


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Marzo 2018. Ira Kaplan, Georgia Hubley e James McNew – in arte Yo La Tengo – ci informano che “There’s a Riot Going On“, ma…spoiler alert: una rivoluzione così non l’avete mai sentita.

Il titolo si colloca ad una sola “g” di distanza da “There’s a Riot Goin’ On” degli Sly And The Family Stone, pietra miliare datata 1971 e storico sposalizio tra soul e rock che aprì di fatto le porte all’avvento della musica funk. Oggi, come allora, ci troviamo di fronte ad un’America divisa da tensioni razziali e sociali, dove fioccano i parallelismi tra il Watergate di Nixon ed il Russiagate di Trump. Ma ciò che accomuna il sovversivo manifesto dei californiani alla quindicesima prova in studio dei veterani indie-rock del New Jersey – per quanto mi riguarda – finisce qui. Sly Stone e famiglia partorirono un’intraprendente colonna sonora all’utopica lotta per la libertà e l’uguaglianza, mentre i Nostri ci regalano un liturgico sottofondo all’accettazione pacifica del caos. E così – nell’immaginario dell’ascoltatore – mentre ipotetici cassonetti vengono dati alle fiamme tra urla di protesta e piogge di lacrimogeni, ecco il disco perfetto per immergere la testa nella vasca da bagno, chiudere gli occhi e digerire le “fake news” con stoica saggezza.

A 5 anni da “Fade“, il trio si affida nuovamente a John McEntire (batterista dei Tortoise) per modellare il contenuto dell’album, evidentemente soddisfatti dalle capacità del produttore di addomesticare con personalità (e credo con la giusta distanza) la difficile natura dicotomica della band, da sempre in bilico tra sussurri crepuscolari e violenza shoegaze. “There’s a Riot Going On” rappresenta di certo uno degli episodi più fragili e sperimentali nella discografia degli Yo La Tengo: alla completa eclissi delle svasate a sei corde si affianca un maturo minimalismo orchestrale, più vicino a Sparklehorse e Spiritualized che a Velvet Underground e Television. Le voci si fanno così più fievoli, i testi più essenziali, le melodie più dilatate e le ritmiche più frammentarie, in una sorta di evoluzione post-impressionista (in termini di abbandono della spontaneità in favore dell’esaltazione del contenuto simbolico) che lascia il fedele pool di fans guadagnati in più di trent’anni di mestiere con un sorpreso sorriso stampato sulla faccia.

Le sviolinate sintetiche di You Are Here, melanconica jam dai toni invernali, incoraggiano fin da subito l’ascoltatore ad abbandonarsi a pensieri nostalgici, che prendono forma nel raffinato sunshine-pop di Shades of Blue, nei sussurri velvettiani di She May, She Might e nell’esplosione fuzz-pop di For You Too. Dopo l’osessivo ritornello di Ashes – stilisticamente assimilabile ai migliori Wilco – il disco si sposta tuttavia su territori meno convenzionali, tra esotiche polaroid balneari anni Cinquanta (Let’s Do It Wrong, Polynesia #1), armonie à la Bon Iver (Dream Dream Away), fantasie drony (Shortwave), commoventi arpeggi (What Chance Have I Got) e sincopate movenze degne di Thom Yorke (Above the Sound). Il bossa nova di Esportes Casual fa riaprire gli occhi per un istante (quasi come un inaspettato jingle commerciale), prima di ri-immergerci nelle deprivazioni sensoriali di Forever e negli esperimenti world-music di Out of the Pool. Il cerchio si chiude infine con i 7 religiosi minuti di Here You Are, riuscitissimo escamotage tecnico-estetico che accompagna il dissolversi del disco tra lunghi riverberi ed onirici ensambles vocali.

Continua così la noncurante crociata solitaria degli Yo La Tengo verso l’imperitura l’indie-pendenza. “There’s a Riot Going On” è l’ennesima conferma della longevità di questa incredibile band, che a 32 anni dal debutto è ancora capace di emozionare con una formula intellettuale ormai brand nella storia della musica rock.

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