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“Suspended Animation”: guanti gialli coperti di sangue, Looney Toons e motoseghe colorate

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Che vi piaccia oppure no i Fantômas sono stati il picco creativo della sezione sperimentale dell’animo di quel gran matto di Mike Patton. Ho dovuto sottolineare di quale parte dell’uomo che ha dato suo malgrado i natali a diversi generi musicali che tanto ci han dato piacere quanto attacchi furiosi di diarrea poiché dopo la band in questione c’è stato Peeping Tom (ne parleremo) e ancora ci sono i Tomahawk (parleremo anche di questi, abbiate fede).

Sta di fatto che una tale convergenza di follia, marciume, debilitazioni psico-fisiche e ingerenze di non-musica estrema oltre il limite del sopportabile dalla penna di “Vlad Drac” non ne sono più uscite. Una fortuna? Una grave perdita? Non è dato sapersi, forse è il semplice corso delle cose perché, si sa, in casa Patton – e per casa intendo testa – non si fanno bis, a costo di buttar nel cesso progetti di pregio, vedi proprio Peeping Tom, ma anche Lovage, Maldoror, i mai nati Crudo, gli splendidi Nevermen e chissà quant’altro (i Dead Cross e i Tomahawk stranamente sembrano reggere il colpo).

Ma torniamo ai Fantômas. La band in questione è un pezzo unico e di raro splendore non solo per la follia intrinseca del suo creatore e lider maximo ma anche per la presenza tra le sue fila di altre tre colonne portanti della distruzione del pentagramma ovvero sia – per i più disattenti – Dave Lombardo, King Buzzo e Trevor Dunn. Il quartetto così composto ha dato alle stampe ben quattro – non una, quattro, per Dio – piccole pietre miliari della sperimentazione tutta culminate nel disco culmine – a sua volta, guarda che matriosca di inutili giri di parole – della discografia del gruppo ossia “Suspended Animation”.

Onestamente come fosse possibile superare in anomalia il precedente “Delìrivm Còrdia” ancora è un mistero e tale resterà per il resto dei giorni di chiunque se lo stia ancora chiedendo. Intanto il disco finale del combo è qualcosa che ancora oggi nessuno è riuscito a superare e che in molti hanno tentato di replicare, quantomeno a livello di sound. Battezzato dallo spettacolare artwork ad opera dell’artista nipponico Yoshitomo Nara – i più fortunati tra di voi che lo hanno comprato il giorno dell’uscita come il sottoscritto avranno la versione “calendario” – il disco prende le misure della deriva cartoonesca divenendo un tutt’uno, tra hardware e software, fuori e dentro, insomma.

“30 miniature holidays in 43 minutes” è la scritta che campeggia sul retro del CD, il che non lascia alcuna sorpresa sul contenuto effettivo dell’album. Trenta pezzi compressi in meno di quarantacinque minuti, come nei migliori lavori di Napalm Death ed Extreme Noise Terror ma ognuno di essi intinto nello zucchero filato sporco di sangue a cartoni animati di qualche assurdo personaggio dei Looney Toons che ha perso la brocca mentre impugnava una motosega. Mi immagino che i creatori di “Uncle Grandpa” si siano fatti una bella dose di quest’opera per arrivare a cagar fuori il gran cartone che è.

Intanto i Fantômas col loro pestello multicolore picchiano assieme assurde svisate doomammerda, grevi seghettate grind, pugni in faccia coperti da guanti gialli tinti ormai di rosso, samples presi da chissà dove, mistificazioni vergognose di lontane istanze industrial, passaggi che gli Slayer di Lombardo pur non ammettendolo – ma io lo so – avrebbero pagato oro per aver in uno dei loro ultimi album ma che invece “col cazzo”, sintetici ritorni di fiamma del signor Bungle, mostri che sbucano dalle pareti impugnando enormi trombette da clown rigurgitanti fiamme, satanici “gnigo gnigo gnigo” sputati da martelloni di plastica menati sulla testa di malcapitati stronzi di passaggio e omoni trip-hop vestiti solo con un impermeabile pronti a mostrarvi nudità a tutto spiano.

A ben tredici anni dalla sua uscita “Suspended Animation” rimane invariabilmente e inderogabilmente il disco experimortale migliore degli anni ’00 e ogni volta che lo metto su non c’è verso che io riesca ad uscirne sano venendo pervaso dalla voglia di gettarmi di corsa in strada vestito solo da un papillon a pois gridando “AAAAAAAAAAAAAA”. That’s All Folks.

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