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La forma dell’acqua, di Guillermo Del Toro

La forma dell'acqua

Scheda

Titolo originale: The Shape of water
Regia, soggetto e sceneggiatura: Guillermo del Toro
Fotografia: Dan Laustsen
Montaggio: Sidney Wolinsky
Scenografia: Paul D. Austerberry
Costumi: Luis Sequeira
Musiche: Alexandre Desplat
Suono: Nathan Robitaille - (montaggio), Nelson Ferreira - (montaggio), Christian T. Cooke - (missaggio), Brad Zoern - (missaggio), Glen Gauthier - (missaggio)
Nazione: USA, 2017 Durata: 123’
Genere: fantascienza - sentimentale
Cast: Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Octavia Spencer, Michael Stuhlbarg, Doug Jones, David Hewlett, Nick Searcy, John Kapelos
Uscita: 14 febbraio 2018
Distribuzione: 20th Century Fox


A Baltimora vive e lavora come donna delle pulizie Elisa, una ragazza muta che abita sopra un cinema e ha come vicino di casa il grafico pubblicitario Giles. Elisa lavora in un laboratorio militare dove da qualche tempo è stato trasportato un misterioso ospite conservato all’interno di una vasca.

“Il diverso” declinato in ogni suo aspetto: dalla ragazza muta, all’anziano omosessuale, dalle minoranze di colore, alla ghettizzazione di donne che umilmente svolgono il proprio lavoro d’inservienti, per concludere con una “creatura” che una volta pescata nel Rio delle Amazzoni, ove veniva venerata come una divinità, diventa nelle mani delle forze militari Americane una possibile arma per vincere la sfida della guerra fredda. Al tempo stesso la “creatura” diventa la fonte primaria di amore agli occhi dell’attrice inglese Sally Hawkins, che per quest’occasione si ammutolisce e arriva ad un passo, uno solo, da un meritato Oscar come migliore attrice protagonista.

Il regista Guillermo Del Toro saccheggia fra le pieghe letterarie e cinematografiche del passato a iniziare da Victor Hugo per giungere a “Il mostro della laguna nera” del regista Jack Arnold; vero classico dei B-Movie fanta-orrorifici dei ’50ies e dal quale sono prese le fattezze della “creatura” amata dalla non più giovanissima Elisa. La pellicola, aiutata da una perfetta scenografia, in grado di riportarci nei patinati anni ’50, non è però assistita dal lavoro di Del Toro il quale dà vita a una storia d’amore quanto mai scontata e prevedibile. Alla fine la narrazione ha il difetto di non aggiungere quindi nulla di nuovo a un genere già ampiamente portato sul grande schermo.

Apprezzabile il tentativo di dare pari dignità e occasioni a tutte le parti in gioco e da aggiungere come il film sappia rapire proprio per lo smontamento dello stereotipo americano in cui alla moglie perfettamente cotonata fa da contraltare un marito – il sordido colonnello Strickland – ben poco incline ai convenevoli. Anche in questo caso siamo però di fronte a una chiave di lettura già ampiamente analizzata e alla quale non serviva un abile autore come il regista originario di Guadalajara per mostrarci una via già ampiamente battuta.

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