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Six9ine – Day69

2018 - Interscope Records / ScumGang Records / TenThousand Projects
hip-hop

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Tracklist

1. Billy
2. Gummo
3. Rondo (feat. Young Thug & Tory Lanez)
4. Keke (feat. Fetty Wap & A Boogie Wit Da Hoodie)
5. 93
6. Doowee
7. Kooda
8. Buba
9. Mooky
10. Gummo (Remix) (feat. Offset)
11. Chocolate


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Non si può parlare della musica di 6ix9ine scindendola dal suo personaggio provocatorio, dissacrante, per molti tratti grottesco, incorniciato da uno stile che definire eccentrico sarebbe quantomeno riduttivo. Sì, perché sotto quei capelli color arcobaleno e i tatuaggi in faccia si cela un piano di un ragazzo disposto a tutto per il successo, fino ad incarnare e portare all’estremo tutti gli stereotipi del rapper di tendenza.

Il suo ultimo album “Day69” si presenta come una raccolta di pezzi random slegati da qualsiasi concept, ma nonostante questo suonano e funzionano alla grande, risultando perfettamente in linea con il personaggio che il rapper newyorkese si è creato. Si percepisce subito la sua attitudine hardcore-punk: il suo rap è infatti del tutto privo di contenuti che non siano legati al gang banging o al sesso; quanto al piano tecnico, non c’è un incastro in tutto il disco, ma le sue grida sul beat caricano e colpiscono l’ascoltatore.

E’ chiaro come 6ix9ine punti a disgustare e indignare con le sue liriche, come ad esempio nel fortunato singolo Gummo: “Put my dick in her backbone, I pass her to my bro, I don’t love her, that’s a sad ho, she a bad ho”. Nel disco, oltre all’altro singolo estratto Kooda, spiccano i featuring con Young Thug e Tory Lanez – chiamati a rappare insieme nel pezzo Rondo – il remix di Gummo con la strofa del monumentale Offset e infine la traccia Billy, ottima intro del disco.

Colpi di pistola e urla veementi  scandiscono ogni traccia, dai beats più cupi a quelli più melodici (molto rari), risultando a volte assordanti e cacofoniche, in poche parole la traduzione in musica del personaggio di 6ix9ine.   

Il copione di “Day69” è sempre uguale: bassi sporchi, strumentali d’impatto, liriche misogine e violente, armi e droga, niente di più e niente di meno. Un lavoro impulsivo e senza grandi pretese, ma con una genuina spontaneità nel far indignare tutti perché nella sua breve carriera 6ix ci ha dimostrato come gli haters siano il carburante per il successo e anche se a nessuno sembra piacere tutti alla fine lo ascoltano.

Non si sbaglia se si definisce “Day69” un album immaturo figlio delle odierne dinamiche di fruizione della musica sempre più blande, ma sotto i suoi molteplici difetti il disco raggiunge lo scopo prefissatosi, indignare e  far parlare di sé e lo fa alla grande.

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