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Rough Hands – Moral Terror

2018 - Venn Records
hardcore / metal

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Tracklist

1. Neuroplasticity
2. Sertraline Smile
3. Anodyne
4. Symptoms of Regression
5. Moral Terror


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Un sound viscerale, radicato in una sperimentazione made in UK che continua a sfornare perle rare, tra sonorità metal e post-hardcore unite insieme in una creatura policefala in grado di raggiungere un pubblico ampio e voglioso di novità.

In questa cornice si va a inserire “Moral Terror”, il nuovo EP dei Rough Hands, che segue a due anni di distanza “Let Me Win Your Hearts And Minds”, full lenght che segnò una inaspettata cesura per questa band. Reduce da due release di stampo prettamente hardcore, il quintetto di Brighton ha sviluppato il suo modo di dar forma all’ansia e alla misantropia, concependo uno dietro l’altro due ottimi lavori che l’hanno lanciato nell’Olimpo del post-hardcore sperimentale.

Consci delle proprie capacità tecniche, desiderosi di voler ricercare una certa complessità lessico-musicale e abili nel manipolare il suono a loro immagine e somiglianza, tramite dei veri e propri climax, i Rough Hands decostruiscono e giocano con le proprie esperienze personali, come descritto dai testi del vocalist Alex Dench. Sull’EP nella sua totalità è proprio il cantato spigoloso, acuto e a tratti fastidioso nella sua oscura potenza a prendere il sopravvento su una sezione ritmica che si insinua comunque impietosamente sottopelle, tanto da rimandare diametralmente sia ai Code Orange che ai The Dillinger Escape Plan.

Moral Terror”, come ammesso dalla stessa band durante un’intervista rilasciata a DIY, è il culmine di una ricerca sonora iniziata nel 2016, avente come unico obiettivo quello di superarsi a livello compositivo, senza badare a paragoni estetici con altri gruppi, anzi proponendosi come una alternativa a tutto ciò che affolla il gran calderone post-hardcore e alternative degli ultimi anni.

L’EP traccia un sentiero all’interno degli stati più complessi della nostra mente: i titoli delle tracce rimandano a potenti medicinali utilizzati per combattere depressione e dolore (Anodyne, Sertraline Smile, Symptoms Of Regression), fornendo così una chiave di lettura ancora più personale per questa uscita.

La paranoia che caratterizza le cinque tracce è chiara e ben descritta in ogni passaggio, fin da Neuroplasticity, con il suo riff heavy e meramente hardcore, sul quale la band erige un flusso disperato e incontenibile di rabbia sonora, che sembra stonare con la voce soffusa e shoegaze di Sertraline Smile, brano dalle mille sfaccettature che raffigura in un quadro ricco di chiaroscuri le volontà dei Rough Hands di fluttuare nelle sonorità “post”.

Moral Terror” definisce una nuova frontiera della sperimentazione, complice la sua incredibile forza nel far calare l’ascoltatore nei panni di una persona insicura, debole, oggettivamente rinchiusa e parzialmente fuori di testa. La title track rappresenta forse il lavoro nel suo complesso: si spazia da momenti più cheti, ad altri nei quali lo strazio è totale e inarrestabile, sempre supportati da un mix di suoni che sfiora Rolo Tomassi ed Employed to Serve.

Moral Terror” è, ad oggi, la migliore uscita dei Rough Hands: andando oltre l’hardcore, superando talvolta la sperimentazione stessa, questo EP può essere il precursore per un full lenght della stessa caratura.

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