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Ganser – Odd Talk

2018 - No Trend Records
post-punk / wave

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Tracklist

1.Comet 
2.Satsuma 
3.PSY OPS 
4.Avoidance 
5.YES 
6.Marsh 
7.Aubergine 
8.(Miscommunication) 
9.Revel 
10.Touch Insensitive 05:0


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“La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.
(H. Hesse, Il lupo della steppa)

In passato ci siamo già occupati di questo interessante quartetto americano di Chicago, che attraverso sonorità scure e dissociative ci restituisce un dipinto intrigante dell’alienazione di fondo alla base della società contemporanea [link soul food ganser].

A un anno e mezzo dal loro ultimo EP autoprodotto “This Feels Like Living”, i Ganser tornano sulla scena con il loro LP di debutto per l’etichetta indipendente americana No Trend Records, “Odd Talk”. Fedeli alla tendenza evolutiva manifestata negli album precedenti, il quartetto di Chicago dimostra di aver imparato la lezione fondamentale che ognuno di noi non dovrebbe mai dimenticare: mai rimanere immobili. Solo nel continuo movimento e nei costanti mutamenti di stato possono esprimersi forze innovative e creatrici. Se questo è vero per la vita di tutti i giorni figuriamoci per l’arte, e viceversa.

Sarebbe troppo facile definire il sound dei Ganser musica cupa per tempi cupi. Certe tentazioni non andrebbero mai assecondate. Non stiamo parlando dell’ennesimo tentativo di creare atmosfere nichiliste per descrivere una realtà impietosa. Dalle loro canzoni trasuda un’urgenza di comunicare, costantemente frustrata da un ineffabile senso di incomprensione e incomprensibilità del prossimo. Ogni tentativo di comunicazione e, se vogliamo, di comunione con l’Altro si risolve in un flusso disordinato di fonemi che si infrange contro una barriera invisibile di fondamentale incompatibilità. Un mondo in cui noi esseri umani vaghiamo rinchiusi ognuno nella propria bolla, incapaci di qualsiasi vera connessione o contatto con il prossimo. Capaci di aderire gli uni agli altri, ma sempre e comunque separati da un infinitesimale strato di vuoto che impedisce qualsiasi vero contatto. La musica dei Ganser si concentra su questo impercettibile interstizio, fino a farcelo percepire in modo distinto, quasi fosse un sottile bruciore a fior di pelle.

Le tracce del disco sono intrise di imminenza. Uno stato di allerta a gravità zero. Qualcosa di terribile potrebbe accadere da un momento all’altro oppure non verificarsi mai. Si ha la sensazione, allora, di un inseguimento lento e costante in cui l’inseguitore sembra più concentrato sul mantenere una distanza minima fra lui e la preda piuttosto che sulla cattura. Ma in realtà, nessuno ci sta inseguendo. La presenza che avvertiamo alle nostre spalle e intorno a noi è soltanto il fantasma della nostra solitudine, dal cui abbraccio isolante la maggior parte di noi non riesce a ricavare alcun conforto. Saper accettare e conquistare la solitudine che coviamo dentro non è semplice. Richiede molto tempo, coraggio e dedizione. Riuscirci significa imparare a stare bene con sé stessi e di conseguenza migliorare il proprio rapporto con l’Altro. Soccombere, rimanere soli con essa all’interno nostra bolla, finisce per ridurci a meri gusci svuotati della nostra umanità. Convivere con la nostra solitudine e al contempo con il nostro prossimo si risolve quindi in uno sforzo da equilibristi. Una lunga camminata sulla corda tesa e malferma della vita per la quale il nuovo disco dei Ganser è un’ottima colonna sonora.

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