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The Damned – Evil Spirits

2018 - Spinefarm Records
post punk / garage rock

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Tracklist

1. Standing On The Edge Of Tomorrow
2. Devil In Disguise
3. We're So Nice
4. Look Left
5. Evil Spirits
6. Shadow Evocation
7. Sonar Deceit
8. Procrastination
9. Daily Liar
10. I Don't Care


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Il titolo “Evil Spirit” sigla il ritorno della band capitanata da Dave Vanian, dopo dieci anni dall’ultimo “So, Who’s Paranoid?” del 2008. In questa decade la band, tutt’altro che immobile ed improduttiva, suonava qua e là per il mondo per commemorare i suoi quarant’anni di vita. In questo lungo e frammentato frangente di esibizioni dal vivo, i The Damned sono stati anche logorati dalla perdita del loro storico bassista Bryn Merrick, che insieme a Vanian e Captain Sensible aveva dato vita ad uno dei capolavori della band  nel luglio del 1985: “Phantasmagoria”.

Ad Hyde Park, al British Summer Time Festival dello scorso anno, il gruppo annuncia la partenza di un nuovo tour per l’Inghilterra insieme all’uscita del nuovo album nel 2018. Da bravi uomini di parola, le performance live per gli UK sono iniziate il 26 di gennaio e il lor nuovo album ha visto la luce ad aprile di quest’anno. Affidandosi alla cura della produzione di sua maestà Tony Visconti, per intenderci produttore di icone con Bowie, Bolan e Iggy Pop, i The Damned lasciano un po’ il vecchio stile per un sound e un prodotto più raffinato e pulito. Un bene o un male? In “Evil Spirit” si può inevitabilmente constatare che qualcosa sia cambiato dagli esordi di “Damned Damned Damned” del 1977 o dal sopracitato “Phantasmagoria” del 1985.

Già a prima impatto il minutaggio delle tracce, che superano quasi tutte i tre minuti, rompe un po’ la schiettezza e la filosofia del punk. Ascoltando e riascoltando questo disco notiamo come, in alcune tracce, il sound goth, che contraddistingueva il sound di Vanian e compagni, diventa flebile lasciando spazio ad un pop barocco come in Standing On The Edge Of Tomorrow, primo singolo estratto, o la nostalgica Look Left. Brani come Devil In Disguise, Sonar Deceit e la title track Evil Spirits fanno emergere una vena rock garage non particolarmente originale anche se orecchiabile, a discapito di quanto c’era di punk nel sound del gruppo. In queste tracce si può riscontrare l’ottimo lavoro del tastierista Monty Oxy Moron e il batterista Pinch, parte integrante della band già da vent’anni.

In We’re So Nice sono da sottolineare la voce pulita ed efficace di Vanian e la chitarra di Captain Sensible: bello l’assolo a metà del brano, così come in Daily Liar, unico brano che ricorda lontanamente qualcosa di punk. Procrastination, forse il brano con meno pretese, ci porta quasi al sound della disco anni ottanta, seppur orecchiabile come traccia sicuramente non ha nulla a che vedere con pezzi come Neat Neat Neat (“Damned Damned Damned” 1977) o Love Song e Smash It Up (“Machine Gun Etiquette” 1979).

Bravissimo Vanian in I Don’t Care, pezzo che parte con un sound alla Scott Walker  e che poi prende forza e si trasforma in un post punk un po’ artefatto: seppur bella, è sicuramente eccessivamente fresca la parte di fiati che accompagna il pezzo fino alla fine, abbandonando completamente i lidi della vecchia vena goth. Di quest’ultima rimane solo Shadow Evocation: una reminiscenza di quella sound che aveva dato vita al marchio The Damned.

Non si può certo parlare di un ritorno in grande spolvero della band che ha anticipato i Sex Pistols nel definire il marchio del punk inglese; tuttavia però “Evil Spirit”, seppur con diversi eccessi, è un lavoro che ci mette di fronte ad un gruppo che ha saputo fare un mix del loro sound anni settanta con quello degli anni ottanta e novanta, cercando di raccontare un po’ la loro storia e la loro evoluzione artistica.

Sicuramente non tutto è eccelso, manca un po’ di quella sana carica ed irriverenza a tinte chiaro scure, che i The Damned rappresentavano. Dal resto non si può rimanere giovani in eterno.

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