Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Venetian Snares x Daniel Lanois – Venetian Snares x Daniel Lanois

2018 - Timesig / Planet Mu
elettronica / sperimentale

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Mag11 P82 
2. HpShk5050 P127
3. United P92 
4. Bernard Revisit P81 
5. Best P54 
6. Mothors Pressroll 
7. Night MXCMPV1 
8. Ophelius 1stP118


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Un curioso esperimento, qualcosa che nella vita non ti saresti mai aspettato di ascoltare. Venetian Snares, ovvero il canadese Aaron Funk, producer elettronico tra i più attivi e creativi in circolazione e Daniel Lanois, produttore e musicista anche lui canadese, tra i più stimati al mondo, capace di passare dalle produzioni di nomi come U2 e Dylan alla soundtrack music più ricercata.

L’incontro può essere azzardato, ma affonda le radici in una passione di Lanois per la sperimentazione che inizia dal suo primo album degli anni ’80, in compagnia di Brian e Roger Eno, ed ha quindi una sua coerenza. Lo stile di Venetian Snares è da sempre inequivocabile, con break velocissimi di ispirazione techno hard-core, rumorismi vari e un effetto quasi da cartone animato.

In questo album i due trovano però un punto di incontro ben preciso e rigoroso, ed è il territorio comune della passione per l’ambient, che sin dalla traccia iniziale, mostra che non si tratta di un progetto “usa e getta”, messo insieme per attirare i fan più accaniti.

Il riferimento sonoro più immediato è quello di un classico come “Endless Summer” di Fennesz, ed i pad onirici di Lanois, spesso realizzati utilizzando una lapsteel processata, come si può vedere dai video su Youtube, si fondono perfettamente con la “spazzatura” digitale di Venetian Snares.

I fan di Boards Of Canada, Aphex Twin ed Autechre si troveranno perfettamente a proprio agio con queste sonorità ed è difficile trovare un difetto a questo album, se non che quello ascoltiamo nella traccia iniziale sarà quello che ritroveremo in tutto il disco, ma è una critica che è possibile rivolgere a molte produzioni del genere, e che lascia completamente indifferenti gli appassionati.

I titoli dei brani sono al limite dell’impronunciabile, come se i due avessero voluto rinunciare a darli, usando semplicemente i nomi dei file, un difetto di poco conto in un album praticamente inattaccabile.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni