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The Yellow Traffic Light – World Within Walls

2018 - WWNBB Collective
psych / shoegaze

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Tracklist

1. Constance
2. Everything You'll Need
3. Stargazer
4. Care
5. Intro
6. Sunset Mezzanine
7. Flower Of Y?gao 
8. Idle Heaviness
9. Fukuoka No Future
10. Silver Filum
11. Merovingii 


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A 3 anni di distanza dal buon EP di debutto “To Fade at Dust” i giovani torinesi pubblicano via WWNBB Collective il loro primo album “Worlds Whitin Walls”.
 
Dopo un lungo tour che ha attraversato la nostra penisola in lungo e in largo e che li ha “allenati” – aprendo a band come i DIIV, i Toy Jacco Gardner fino al SXSW di Austin (Texas) – i quattro poco più che ventenni hanno dato forma alle numerose idee e ispirazioni psychedelic/shoegaze nelle 11 tracce del loro ultimo lavoro.

Il disco si apre con Constance, ottimo preludio all’album: brano veloce e incalzante, in cui voce e chitarra giocano con controtempi e stacchi improvvisi. Segue la dolce e malinconica Everything You’ll Need che ci porta poi alla terza “Stargazer“, il brano più lungo dell’album e quello in cui l’attitude shoegaze appare più evidente, con estese parti strumentali sapientemente distorte.

Arriva poi Care, un’ipnotica ballad che fa l’occhiolino al dream-pop à la Beach Fossils dei primi lavori, riprende il filo del discorso con voci riverberate e riff costanti fino alla metà del disco segnata da Intro, due minuti scarsi di strumentale puntata esplicitamente verso lo shoegaze “classico” dei 90’s. 

Sunset Mezzazine e il suo ritornello urlato ci portano alla seconda metà del LP che unisce con un fil rouge musicale Flower Of Yugao, Idle Heaviness e Fukuoka No (?)Future, in cui le atmosfere si mantengono costanti, con l’aggiunta di timidi synth a riempire maggiormente quel tappeto distorto delle chitarre, che si sfogano con libertà nelle chiusure dei brani. 

Nella penultima Silver Filum la voce ha interventi minimi e segue il ritmo sincopato dei riff di chitarra e della batteria, chiudendosi poi all’improvviso senza soluzione di continuità con l’ultima Merovingii  in cui il cantato scompare a metà traccia lasciando spazio ad un’esplosione noisy che sfuma lentamente, chiudendo così l’intero ciclo di “Worlds Whitin Walls“, in cui i “walls” sono forse quei muri di suono che i nostri torinesi amano tanto creare.

Worlds Whitin Walls” è sicuramente un disco composto con coscienza, non è lasciato al caso ed è un buon biglietto da visita per questi ragazzi che hanno tante influenze, ma riescono comunque a far notare il loro zampino; a parte qualche momento incerto, in cui i brani si susseguono senza molta varietà sostanziale, il primo album dei The Yellow Traffic Light ben esprime le intenzioni del gruppo e pone le giuste basi per un futuro percorso ancora meglio definito.

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