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In Her Eye – Change

2018 - autoproduzione
alternative rock

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Tracklist

1. Closer To Me
2. Bianca
3. Elephant
4. Change
5. Neon Lights
6. Demons
7. As In A Dream
8. Life


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Prendete i Cure di Wish come riferimento imprenscindibile, annegateli nell’oceano gelido e tumultuoso dei Ride, inserite nella formula un po’ di Soft Moone Dinosaur Jr per garantire rispettivamente modernità e dinamismo, e infine andate a dire ai Cosmetic che i testi in italiano non vi piacciono troppo e che preferite i Be Forest. Avrete una diapositiva di questo “Change”, terzo (credo) disco dei milanesi In Her Eye, e il consiglio più sincero che posso darvi è che se le band in questione orbitano nel vostro panorama abituale di ascolti forse un minimo di considerazione a quest’album dovreste gentilmente concedergliela.

Nelle corde degli In Her Eye candore e innocenza perduta coesistono senza mai collidere. Baci rubati, poesie lasciate a impolverare in un cassetto e macchie di sp*rma in un magma di catarro elettrico pieno di reverberi, phaser, e distorsioni ruvide come stilettate. Dal punto di vista produttivo si è giocato molto bene sul contrasto tra la tensione dei suoni, a tratti quasi Albiniani (volendo urinare un po’ fuori dal vaso), e la dolcezza delle melodie, fruibili sin dal primo ascolto.

Il titolo, oltre ad alludere ai cambiamenti personali e avvenuti all’interno della line-up, parafrasa l’eterogeneità di una proposta di cui la band è senz’altro consapevole. Ovviamente se siete ascoltatori esigenti alla ricerca della sintesi perfetta tra post-punk, dream-pop, shoegaze e neopsichedelia potreste rimanere delusi alla luce di un formato-canzone molto standardizzato, tipicamente pop-rock, in cui tutti i generi prima citati convergono in parallelo come contingenze elementari della medesima Gestalt. Se il pregio principale del disco è la compattezza di un pattern linearissimo che, per chi riesce ad apprezzare, è assolutamente privo di riempitivi o brani sottotono, per converso il difetto maggiore di “Change”è il senso di revival continuo che può trasformarsi in deja-vu (entendu), deficitando in termini di personalità. A volte le assonanze con i Cure vanno dalla mera ispirazione a frivoli tentativi di emulazione eccessivamente forzati. 

Sul piano dell’esecuzione tecnica il fattore di maggiore interesse è senz’altro l’intelaiatura del guitar work, mai strutturato da connotati prettamente solistici e in grado di imprimere nei brani una grande varietà di incursioni melodiche non sempre facili da scrutare dietro la palta di feedback e reverberi. La struttura ritmica segue le coordinate spaziali dei brani senza addizioni ulteriori, salvo concedersi diversi momenti in cui i giri di basso si fanno più dinamici impreziosendo la corporeità dei brani. Il timbro vocale, sempre pulitissimo e dall’estensione contenuta, pecca per una certa imberbità nonostante la fantasia nella scelta delle linee vocali. 

Venendo ai brani è difficile trovare dei veri e propri highlights. Le mie preferite restano forse i due poli estremi dello spettro sonoro di “Change“: Elephant, brano alla My Vitriol dalle atmosfere solari e dall’incedere galoppante e Neon Lights in cui lo spettro di “Wish” si scansa e prende piede quello di “Faith”, confezionando un brano dall’aura più oscura nei limiti di un disco che non postula in alcun tratto contemplazioni vicine al gotico. Per il resto l’asticella può spostarsi più verso il post-punk (Demons) o più verso il dream-pop (Bianca) ma la qualità generale è, fortunatamente, sempre costante. 

Change”degli In Her Eye è un disco onesto nell’intenzione e derivativo nell’estensione, sostenuto da un’ispirazione di livello il cui unico limite è l’eccessivo ancoraggio ai propri riferimenti musicali. Per fare il salto che li separi dalla band della porta accanto bisognerà lavorare su questo punto; anche perché per arte,mestiere e tutto il resto ci siamo e ci siamo alla grande. 

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