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Jon Hopkins – Singularity

2018 - Domino Records
elettronica / ambient

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Tracklist

1. Singularity
2. Emerald Rush
3. Neon Pattern Drum
4. Everything Connected
5. Feel First Life
6. C O S M
7. Echo Dissolve
8. Luminous Beings
9. Recovery


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Dopo i primi secondi, così come nei film di Paolo Sorrentino in cui le scene iniziali sono solitamente scandite da dolci movimenti di camera, allo stesso modo, con graduale prepotenza, si avvicina ai nostri timpani il synth che apre “Singularity“, l’ultimo lavoro del producer inglese Jon Hopkins pubblicato il 4 maggio del 2018 dalla Domino Records.

La sperimentazione sonora, già avviata in “Immunity“, non si limita qui alla scelta di un determinato suono, tantomeno alla concezione delle strutture. Qui si parla di altro. Quello che appare immediato ed evidente è come i suoni, nella loro organizzazione spaziale, riescano a stabilire un discorso sinestetico, facendosi colori, odori e alimentando un immaginario visivo che potrebbe facilmente spaziare dai paesaggi lunari alle suburbs americane.  In questo disco quello che riesce a sopraffare ogni aspettativa è la ricerca spasmodica, congiunta all’abilità tecnicistica, nel colmare le mancanze sonore di cui il nostro orecchio sembra avvertire la necessità (vedi Emerald Rush).

Jon Hopkins instaura con l’ascoltatore un metodo dialogico in cui i contrasti di frequenze, le sezioni ritmiche “nascoste” (vedi Neon pattern Drum), i suoni di contorno apparentemente impercettibili, riecheggiano con estrema pienezza. Questi appaiono come indizi da scorgere lungo un percorso conoscitivo, come una sorta di maièutica, che guidano l’ascoltatore alla determinazione autonoma di una propria bellezza sonora.

Questo sottobosco, infittito da complesse trame sonore, si infrange, arrendendosi alla bellezza essenziale delle melodie di Feel First Life: una traccia che, grazie alla sua intensità e risoluta armonia, fa da spartiacque, riuscendo a spiccare sullo sfondo per nitidezza di contorni. Da qui in poi è tutto un perdersi. Voci sussurrate e pianoforti accompagnano alla fine del viaggio in cui è inevitabile restare incantati ad ascoltare Recovery.

Singularity” appare sin dai primi secondi di ascolto un album di estrema qualità e ricercatezza che vive del continuo rincorrersi tra complessità e leggerezza delle linee melodiche, riuscendo ad alimentare un’alternanza schizofrenica di emozioni.

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