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CHRCH – Light Will Consume Us All

2018 - Neurot Recordings
doom metal

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Tracklist

1. Infinite Return 
2. Portals
3. Aether


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Siamo alla seconda prova in studio per i californiani CHRCH, quintetto doom con influenze di storici act come Sleep, Earth, Electric Wizard e con una spiccata tendenza all’ipnotismo e all’esoterismo.

In “Light Will Consume Us All” l’attitudine è chiara già dalle prime: la progressione e le dinamiche sono l’aspetto principale della composizione. Il climax e la costruzione delle emozioni a layer è il punto di forza dei CHRCH; la band non si risparmia nel creare atmosfere dilatate dal sapore religioso, fortemente suggestive e laconiche. Rispetto all’esordio è proprio questa l’evoluzione: meno riff e più atmosfere, più attenzione alla magia che la musica può creare. Pare di assistere ad un antico rituale di qualche millennio fa, una di quelle celebrazioni che si tengono di notte in mezzo a grandi falò, dove gli astanti sono completamente trascesi in una dimensione parallela, occhi girati indietro, mani al cielo, facce dipinte con la terra e la luna che osserva sorniona e riflette i propri stanchi raggi tra le foglie degli alberi secolari.

Il primo lato del vinile scorre veloce, un solo brano, Infinite Return, quattro grandi ambienti, due dei quali laschi e dilatati in cui la mente si adagia sugli arpeggi incorporei delle chitarre e sulle lontane voci sussurrate di Eva, che diventa invece oscura e demoniaca negli altri due ambienti sostenuti dalle pesanti distorsioni delle chitarre di Chris e Karl, senza mai perdere il sentore ecclesiastico, a tratti epico e maestoso.

Il secondo lato si apre con Portals, una traccia tanto fascinosa quanto ipnotica, nella quale sono accentuate ancora di più le atmosfere pensanti e gli ambienti immaginifici arrivano a sembrare dei canti perduti dal mondo antico, come un coro di sibille dai poteri divinatori che non temono il futuro perché ne conoscono ogni suo aspetto e sanno che il tempo in realtà è una mera illusione, tutto scorre immobile nel vuoto che pervade ogni cosa.

Light Will Consume Us All” si chiude con Aether, il pezzo più cadenzato ed esteso del disco. In un primo momento la similitudine con i Pallbearer mi sembra molto accentuata, ma vengo piacevolmente sorpreso dalla chiusura in blast beat, tecnica propria del balck metal, ma utilizzata in un modo del tutto personale: l’andatura non è troppo veloce, è piuttosto incedente e dal piglio decisamente atmosferico; le voci mefistofeliche e le chitarre infernali decorano magistralmente l’ambiente trasportando l’ascoltatore nel mezzo di un girone dantesco, tra urla di dolore, punizioni divine e fuoco inestinguibile.

Lo spunto è davvero interessante tanto da farmi sperare che trovi più spazio nelle prossime pubblicazioni dei CHRCH, formazione consacrata come portabandiera del doom metal e in grado di donare nuovo vigore e nuova linfa vitale ad un genere che sembra aver detto tutto, ma che non la smette di rinnovarsi ed affascinare. Lasciamoci quindi consumare dalla luce di questo eccellente “Light Will Consume Us All, immersi in una vasca d’acqua calda, a lume di candele rosse in una stanza ricolma d’incenso.

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