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Sevendust – All I See Is War

2018 - Rise Records
alternative metal

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Tracklist

1. Dirty
2. God Bites His Tongue
3. Medicated
4. Unforgiven
5. Sickness
6. Cheers
7. Risen
8. Moments
9. Not Original
10. Descend
11. Life Deceives You
12. The Truth


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Ventiquattro anni di carriera, dodici album all’attivo e qualche milione di copie vendute in tutto il mondo. Pur senza mai riuscirsi davvero a godere le luci della ribalta come alcuni loro colleghi più blasonati, i Sevendust possono vantare un curriculum di assoluto rispetto. Aggiungeteci la soddisfazione di essere una tra le poche band superstiti dell’ondata alt/nu metal di inizio millennio e comprenderete il motivo per il quale Lajon Witherspoon e soci si sono voluti regalare un anno e mezzo di meritata pausa prima di mettersi al lavoro sul nuovo “All I See Is War”.

Stando alle loro parole, in soli otto mesi di pre-produzione sono riusciti ad accumulare un numero impressionante di tracce: tra le cinquanta e le sessanta, ridotte poi a dodici (quattordici per l’edizione deluxe) dopo un’attenta selezione condotta insieme al produttore Michael “Elvis” Baskette (già con Alter Bridge, Trivium, Escape The Fate e Chevelle). I fasti di “Home” e “Seasons” sono un ricordo lontano, ma i Sevendust versione 2018 sembrano avere ancora qualche freccia al loro arco.

All I See Is War” è un album maturo, ben arrangiato e curato in ogni minimo dettaglio. Dalle ritmiche spaccaossa di Dirty e Risen ai bei chitarroni cafoni di Medicated e The Truth (probabilmente l’episodio più pesante in scaletta), i fan della prima ora troveranno senza tanti problemi pane per i loro denti. Che nessuno si aspetti però il proverbiale compitino dai Sevendust, che ci hanno sempre abituati a tante sorprese.

Peccato solo non siano tutte sorprese gradite. I quasi cinquanta minuti di “All I See Is War” traboccano di sintetizzatori, melodie di facile presa e atmosfere epiche che purtroppo privano di mordente l’album, rendendolo un po’ monotono e a tratti addirittura fiacco. Brani smaccatamente pop come Not Original e Descend (che pure ha un bel riff vagamente alla Deftones) ricordano le sonorità stucchevoli e insopportabilmente drammatiche degli Evanescence; non proprio un  ottimo segno, considerando anche il fatto che si tratta di musica invecchiata abbastanza male.

Le cose vanno molto meglio quando i Sevendust ci mettono un pizzico in più di idee e personalità. In Life Deceives You e Moments le due anime della band di Atlanta si sposano alla perfezione: la dolcezza dei tappeti di piano e synth si unisce all’aggressività delle chitarre di John Connolly e Clint Lowery, con la pazzesca voce dalle tinte soul di Witherspoon a spargere qua e là ritornelli memorabili e virtuosismi di ogni sorta.

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