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Parquet Courts – Wide Awake!

2018 - Rough Trade Records
indie rock

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Tracklist

1. Total Football
2. Violence
3. Before The Water Gets Too High
4. Mardi Gras Beads
5. Almost Had To Start A Fight/In And Out Of Patience
6. Freebird II
7. Normalization
8. Back To Earth
9. Wide Awake
10. NYC Observation
11. Extinction
12. Death Will Bring Change
13. Tenderness


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“Everybody sleepy?”

Ecco allora “Wide Awake!”, antidoto alla soporifera indifferenza morale dei giorni nostri ed ennesimo centro del giovane quartetto di Brooklyn. Sfruttando l’inimitabile mixture di punk, garage, alt-rock ed Americana che li caratterizza, i Parquet Courts ne hanno fatta di strada dall’acclamato debutto “Light Up Gold” (2013). Tra i capolavori “Sunbathing Animal” (2014) e “Human Performance” (2016), i Nostri si sono pure permessi qualche intermezzo sperimentale, come la raccolta di scosse noise a nome “Monastic Living” (2015) o le ballate metropolitane su commissione di “MILANO” (2017), originalissima collaborazione con Daniele Luppi che ritrae il mood della capitale lombarda nei ruggenti anni Ottanta. Produzione musicale a parte, frontman Andrew Savage si è contraddistinto negli anni per le lyrics pungenti ed il personalissimo senso estetico (basti gettare un’occhiata alle varie cover art per farsene un’idea), contribuendo in prima persona a fare del nome Parquet Courts sinonimo di qualità e originalità suburbana.

Prodotto da Danger Mouse per Rough Trade Records, “Wide Awake!” si muove con eleganza e sorprendente maturità tra diversi generi. Il filo conduttore? In un modo o nell’altro, far muovere i fianchi. Da un lato, con episodi di natura più selvaggia e dissonante, tra ritornelli à la DEVO (Total Football, Extinction), spoken-word a ritmo di Wire /Fugazi (Violence, NYC Observation), frecciatine funk-punk rievocative di Clash e Talking Heads (Wide Awake) od esplosioni figliastre dei Minutemen di “Double Nickels on the Dime” (Normalization, Almost Had to Start A Fight/In And Out Of Patience). Dall’altro, con ballate di una frivolezza degna dei Pavement (Freebird II e Mardi Gras Beads, love song che si identifica istantaneamente come la loro “Range Life”), dal retrogusto psichedelico (Back To Earth, Before The Water Gets Too High) o addirittura da piano bar (Tenderness), con tanto di coretti infantili di sottofondo (Death Will Bring Change).

Wide Awake!” si presenta come un album-manifesto dal sapore visionario, che si pone l’ambizioso obiettivo non solo di svegliare le masse con cruda onestà intellettuale – parlando di povertà (“some things you just can’t ignore”), violenza (“violence is daily life”) e dilemmi contemporanei (“what do I call bullshit?”) – ma di farle danzare insieme per combattere l’ipocrisia (“get love where you find it / it’s the only fist we have to fight”) e celebrare con orgoglio il potere della collettività, prima che sia troppo tardi per davvero (“before the water gets too high”).

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