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Night Flowers – Wild Notion

2018 - Dirty Bingo Records
indie / rock

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Tracklist

1. Sandcastles
2. Night Alive
3. Resolver
4. Let Her In
5. Losing The Night
6. Head On
7. Hey Love
8. Unwound
9. Fireworks
10. Cruel Wind


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Intanto partiamo con un inquadramento: il disco di cui parleremo è stato concepito con uno spirito altamente bohemièn. Scritto e registrato in varie location di Londra (seminterrati e varie camere da letto soprattutto) prodotto da Adam Jaffrey in uno studio che è stato raso al suolo per far posto ad appartamenti di lusso, “Wild Notion” suona già di rivolta intima, di contrasto ad una metropoli che ultimamente ascolta solo poche leggi.

Ecco, questo manipolo di giovani eroi è il risultato di due anime: quella inglese e quella americana, nella fattispecie dalla vocalist Sophia Pettit che si è unita alla band nel 2015 dandole quell’anima pop (che andrà da sé: synth-pop/dream-pop, ecc. poiché il pop può avere molti sviluppi, delle volte inaspettati). Il loro ultimo lavoro, “Wild Notion“, racchiude proprio questo spirito pop senza tempo dove la dolcezza si confonde con il languore ed altre forme di melancolia.

Ma del resto, la formula è semplice: “se scrivi col cuore, puoi scrivere dovunque, e questo è proprio quello che abbiamo fatto”, sostiene Philip Larkin, membro del gruppo. Il disco nasce sostanzialmente on-the-road, mentre il gruppo si stava facendo le ossa e consolidando il proprio genere e la propria affinità. Muovendosi in molte location tra cui Giappone, Spagna e Germania, hanno avuto modo di trarre ispirazione e di evolversi nella loro esperienza. “Wild Notion” è stato registrato in due “settimane gioiose” nello studio Unwound. “Molto del disco ha a che fare col tempo, posti, memoria. La memoria spesso gioca brutti scherzi e le linee di passato, presente e futuro sfocano. Solo nel momento in cui scrivi, capisci quello che stai vivendo. Le canzoni piazzano i demoni accanto”, parole di Ullyart, altro membro della band. E, come dicevamo, sono poche le cose che rimangono nel tempo. Se torniamo a quanto scritto inizialmente, perfino lo studio dove hanno registrato i Night Flowers non esiste più. Ma questa è Londra, “una città che si muove continuamente, che sì, è divertente ma fa franare il terreno sotto i tuoi piedi”. Questo è il feeling che avvolge tutto il disco: dall’apertura di Sandcastles a Losing The Light, in cui il pop si mescola con elettronica e ambience o nella hit Head On col suo incedere cullante. Ma l’euforia non manca con Night Alive, la celebrazione del momento presente tutto da vivere e di cui gioire.

Ecco, questo amor fati è quello che rimane di questo disco, di giovani audaci a cui non interessano etichette o ricerche di genere, ma, vivendo assieme, buttano giù idee e le realizzano in semplicità, con risultati immediati che ti colpiscono, come può colpire un pugno nello stomaco, o più preferibilmente, una carezza sul viso.

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