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Yob – Our Raw Heart

2018 - Relapse Records
doom metal

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Tracklist

1. Ablaze
2. The Screen
3. In Reverie
4. Lungs Reach
5. Beauty In Falling Leaves
6. Original Face
7. Our Raw Heart


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Fa molto piacere sentire Mike Schiedt in forma smagliante, sia fisica che creativa, dopo l’operazione e la lunga convalescenza. Me lo immagino Mike annoiato a morte, in una stanza sterile e inamidata che guarda dalla finestra le nuvole pigre e la tempesta che si forma, si sfoga e infine svanisce.  Non dev’essere stato divertente rimanere incatenato ad un letto di ospedale lontano dai palchi e dalla sala prove, ma Mike non si è dato per vinto e ha utilizzato questa vacanza forzata per meditare sulla sua musica, su come evolvere il suono della sua band. Quando ho visto le foto su Instagram dell’uscita dall’ospedale, la mia mente ha pensato ad una sola cosa: il nuovo disco degli YOB. Ed infine gli YOB sono tornati, in pompa magna con un disco enciclopedico, prego di ispirazione e denso di mille sfaccettature, una vera El Dorado acustica.

Our Raw Heart”stilisticamente sta a metà tra “Atma” e “Clearing The Path To Ascend”, da quest’ultimo prende la sperimentazione e da “Atma” prende invece la potenza e l’aggressività, componente fortemente presente ma affiancata da epici slanci di struggente malinconia e profondi abissi di dolore e sofferenza, probabilmente il riflesso delle emozioni suscitate dalla malattia e dal tempo passato in ospedale. Mike si dimostra ancora una volta uno dei musicisti più versatili della musica estrema, la sua camaleontica voce riesce a riprodurre scream disperati, scurissimi growl fino ad eteree cantate pulite con un ampio vibrato. I brani sono sette per un totale di un’ora e un quarto di musica, un’opera mastodontica, un oceano in cui perdersi, un viaggio spirituale intenso e sconfinato, come Ulisse mi sento in balia della cieca ferocia delle onde che mi spingono ora vicino ora lontano dalla mia amata Itaca.

Il viaggio inizia con il cantico interspaziale di Ablaze, un’elegia idilliaca sull’essenza più profonda dell’uomo, che non è nient’altro se non un agglomerato di atomi di strani materiali fusi dalle stelle che muoiono deflagrando nello spazio profondo. Il suono di Ablaze sembra arrivare direttamente dagli anelli di Saturno e prende alla bocca dello stomaco e stimola i canali lacrimali dei miei occhi, dieci minuti di puro piacere. Si continua con The Screen, il mio  pezzo preferito di questo disco, che con il suo incedere claudicante ma imperterrito ci cala tra gli antichi versi di Virgilio. Infatti vedo distintamente Enea che percorre il sentiero infuocato che porta all’inferno, ogni ulteriore passo è una conquista forgiata nel dolore e nella fatica ma l’intenzione di fermarsi nemmeno sfiora la mente dell’eroe che affonda di nuovo i piedi scalzi e sanguinanti nelle pietre affilate lasciando dietro di se una lunga scia di irregolari orme porpora.

Ogni pezzo di questo splendido “Our Raw Heart” sembra un film, ogni brano vive di una vita propria e stimola mille e uno immaginari, l’incredibile voce di Mike ci guida in un dedalo di ambienti fantastici che come incantesimi rimangono incisi nell’anima e allargano le percezioni che il cuore può sopportare. Impossibile non parlare dell’ineffabile bellezza di Beauty In Falling Leaves, una ballata da pelle d’oca decorata da un mosaico di arpeggi dorati che lascia attoniti e increduli, come davanti ad una statua del Canova o ad un Caravaggio, a contemplare quanto di soprannaturale ci sia nell’arte e quanto alcuni esseri umani siano in grado di avvicinarsi così pericolosamente al divino.

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