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Ghost – Prequelle

2018 - Loma Vista Recordings
alternative metal / progressive rock

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Tracklist

1. Ashes
2. Rats
3. Faith
4. See the Light
5. Miasma (Instrumental)
6. Dance Macabre
7. Pro Memoria
8. Witch Image
9. Helvetesfönster (Instrumental)
10. Life Eternal


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Non si sa se a causa delle dispute legali avute con i suoi precedenti Ghouls, Tobias Forge, alias Papa Emeritus Zero, leader degli svedesi Ghost, si è tolto la maschera per diventare il nuovo Cardinal Copia. Il cantante spiega in alcune interviste che l’immagine di questo nuovo personaggio incarna il discepolo di Papa Emeritus Zero e che, grazie ai suoi insegnamenti, sta trovando crescita e maturità. Il nome di Tobias ormai è però svelato e così anche quello dei suoi nuovi Ghouls. Infatti, a causa delle vicissitudini legali, il Cardinale ha rifondato per intero la sua band e imperturbabile ha dato vita il quarto lavoro in studio dei suoi Ghost: “Prequelle”.

Si può pensare che la fine della mascherata e dell’anonimato possa aver assunto il valore di una maggior presa di coscienza e di maturazione artistica da parte del gruppo. Qualcosa di più maturo c’è, ma stilisticamente qualcosa lascia un po’ interdetti. I brani, tutti partoriti dalla creatività di Forge, perdono a tratti quello stile semi sulfureo e grottescamente infernale, tipico della band. Il disco è disseminato di melodie piuttosto semplici, con artifici che rendono il tutto ancora più pasticciato e difficile da digerire. In See The Light, abbiamo forse il più chiaro esempio di come, baroccamente, un connubio di sintetizzatori ed effetti vari controllino completamente una melodia, che non trova un vero e proprio senso, comunicando molto poco. Allo stesso modo, l’inframezzo strumentale Miasma, forse sarebbe stato meglio non inserirlo affatto. Rats, primo singolo estratto, mantiene un po’ dritto il timone del sound dei Ghost, così come Faith: i ritmi sono più intensi e, nonostante un po’ troppe sottigliezze da synth, i Ghouls fanno un ottimo lavoro strumentale che dà il giusto smalto oscuro ai brani.

A metà del disco, ci imbattiamo in quelle che sono le due tracce più significative dell’intero lavoro, ovvero Dance Macabre e Witch Image: rispolveriamo un po’ quel rock grottescamente diabolico e tagliente che ha contraddistinto i precedenti “Meliora” del 2015 e “Infestissumam” del 2013. Non parliamo certo di melodie complesse o di qualcosa di originale;  il nostro Tobias è scaltro, non si spinge tanto in là, ma la formula per far funzionare certi brani la conosce e la mette in pratica efficacemente. Con Pro Memoria e Life Eternal entriamo in una sorta di parentesi epic che, accompagnata dalla strumentale Helvetesfonster, ci mostra delle atmosfere musicali inedite per la band svedese.

Ad ogni modo, i brani sono comunque orecchiabili, anche se le melodie rimangono molto semplici, forse troppo semplici, e alla lunga un po’ stucchevoli. In conclusione, It’s a Sin, è un colpo di coda finale dalla buona ritmica e con un buon lavoro strumentale, meno sporcato da tanti inutili effetti rispetto ad altre tracce del disco. La voce del nostro Cardinal Copia è sempre persuasiva, mantenendo quell’accenno di echo, riecheggia in tutta la sua cristallina oscurità. Fa strano sentirla più bassa e dura in Avalanche: una specie di tetra e malinconica marcia verso l’inesorabile fine.

Per concludere possiamo sicuramente affermare che questo lavoro sembra essere figlio della fretta. Le soluzioni musicali proposte sono eccessivamente semplici, quasi sbrigative. Complici, forse, anche le vicissitudini legali del gruppo, sarebbe stato meglio un lavoro un po’ più pensato, cosa che sappiamo per certo essere nelle corde del nostro nuovo Cardinal Forge.

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