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Interviste

Intervista a FABIO FRIZZI

Fabio Frizzi è uno dei più rinomati compositori di musica e colonne sonore attualmente in attività in Italia, ha lavorato con grandi del cinema come Steno, Salce, Corbucci e Fulci. Proprio col suo progetto Frizzi 2 Fulci il maestro porterà sul palco del VVITCH Festival le sue composizioni per i film di uno dei più grandi registi dell’horror italiano e mondiale. Ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con lui in attesa del concerto di novembre.

Com’è nata l’idea di collaborare ad un festival live di questa entità per un compositore come lei? Conosce e/o apprezza qualcuna delle band coinvolte nella data a cui prenderà parte?

Come può immaginare ho “studiato” il progetto, che mi sembra costruito veramente bene. Non è facile trovare qui da noi eventi che mettano a disposizione degli appassionati queste forme musicali e culturali. Conosco abbastanza del metal odierno, pur non avendo una competenza specifica. Esistono fili che hanno sempre unito alcune delle mie tematiche musicali, soprattutto quelle legate all’horror, col l’ampio ventaglio espressivo di questo stile. Le band coinvolte nei vari eventi sono tutte molto interessanti, un’esperienza notevole anche per chi condividerà il palco. E sono felice di essere parte del “gioco”.

In cosa consta una perfomance dal vivo di Frizzi 2 Fulci? Trovo particolare l’approccio elettrico della sua band dal vivo, e l’eclettismo dei suoi brani si ben adatta anche al contesto. In che modo nasce questo progetto?

Frizzi 2 Fulci è nato come un doveroso tributo ad un regista, caro amico, cui devo molto. Ci siamo conosciuti all’inizio della mia carriera, abbiamo collaborato per più di 15 anni, quando se n’è andato mi ha lasciato una eredità artistica importantissima. Lui ha lavorato con molti compositori. Ma in tutto il mondo vengo considerato come il suo musicista di riferimento e questo mi riempie d’orgoglio. Lo spettacolo è costituito da una serie di suite, costruite in modo classico, in ognuna delle quali si riascoltano i temi di un film. E spesso la musica è accompagnata dalla proiezione delle scene più importanti. Ho scelto i musicisti con cura, sono abituato da sempre ad essere supportato da forti talenti. E ormai, dopo qualche anno e tanti concerti in giro, loro sono a pieno titolo la Frizzi 2 Fulci band.

Le va di raccontarci qualcosa del suo lavoro con il maestro Lucio Fulci? In che modo nascevano le musiche per i suoi film?

Grande artista, vero artigiano del cinema, persona di cultura eclettica, Lucio aveva la capacità di costruire la sua crew come se fosse una famiglia. E riusciva a comunicare le sue idee ad ognuno dei partecipanti con grande chiarezza, attraverso una descrizione sempre efficace ed istintiva. Il mio lavoro iniziava, come sempre, quando il film era nella sua fase di lavorazione conclusiva. Ma non sono mancate occasioni, come ne “L’Aldilà”, in cui l’idea di un tema nasceva sul set. Non era facile lavorare con lui, era molto esigente. Ma se ancora oggi mi esprimo nel mio lavoro con passione e competenza, molto lo devo a lui.

Lei fa parte di quella nutrita schiera di compositori di colonne sonore che hanno reso celebre il cinema italiano, penso a Umiliani, a Rota, a Morricone, i Goblin, Arbore e ovviamente a Bixio, con il quale ha collaborato. Quanto era importante al tempo una buona colonna sonora e quanto lo è oggi che il cinema (soprattutto quello italiano) è esponenzialmente cambiato? Che impatto ha avuto, soprattutto, la musica su quel tipo di cinema?

Io sono fra coloro che attribuiscono una importanza particolare alla colonna sonora di un film, ai temi che la compongono. Certo, ho dovuto fare i conti anche io con l’evoluzione di questo mezzo espressivo, con nuove modalità, con la diffusione e spesso l’abuso del sound design. Ma spero sempre che uscendo dal cinema lo spettatore porti con se, nella memoria, un frammento di melodia, di tema, che gli potrà ricordare le emozioni del film che ha appena visto.

Ricollegandomi alla domanda precedente ci sono uno o più registi con i quali avrebbe voluto lavorare nel corso degli anni? Ed oggi? Ci sono dei compositori che trova particolarmente interessanti nel 2018?

Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti registi italiani che hanno dato molto al nostro cinema, fra questi penso a Luciano Salce, Steno, Bruno e Sergio Corbucci, solo per citarne alcuni. Ho sempre avuto il desiderio e la curiosità di lavorare per il cinema americano, mi sta succedendo oggi, in piena maturità. La vita, a volte, può riservare belle sorprese. Tanti i compositori interessanti, voglio citare un grande artista che è anche un amico, Joseph Bishara, lui dice di avere amato molto, da ragazzo, le mie musiche. Oggi è uno fra i più forti compositori mondiali, nel settore horror.

Più in generale ci sono artisti e band nell’attuale panorama musicale che apprezza?

Ascolto molta musica, tra l’altro ho due figli giovani con cui mi confronto parecchio. Ma confesso che sono romanticamente attaccato ai ricordi della mia adolescenza, quando le nuove uscite erano l’ultimo dei Pink Floyd, dei Genesis o dei King Crimson. O, perché no, anche dei Beatles.

Approfitto di questa sede per farle una domanda in particolare: com’è stato lavorare con Paolo Villaggio e prendere parte alla creazione della Ballata di Fantozzi, forse uno dei temi più celebri ed immortali del cinema italiano? Girerei la domanda per “Vieni Avanti Cretino” e Lino Banfi. Quest’ultimo brano tra l’altro – ora la sparo grossa – mi ricorda da vicino i Devo.

Lavorare con Paolo Villaggio è stato il mio big bang. Avevo cominciato da poco e vedere nascere un pezzo di storia come Fantozzi mi ha galvanizzato e ho capito che probabilmente questo sarebbe stato il mio lavoro. Per sempre. A “Vieni avanti cretino” e a Lino Banfi sono molto affezionato. Ci eravamo conosciuti sul set di un film con Mal, diversi anni prima. E avere scritto le musiche per questo altro grande classico della commedia italiana mi onora. Qualche sera fa rivedevo con amici la scena del dentista, con Lino e Gigi Reder: ci stavamo sentendo male dal ridere…

 

Qui trovate la line up completa del VVITCH Festival.

 

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