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Tunng – Songs You Make At Night

2018 - Full Time Hobby
elettronica / folk

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Tracklist

1.Dream In
2.ABOP
3.Sleepwalking
4.Crow
5.Dark Heart
6.Battlefront
7.Flatland
8.Nobody Here
9.Evaporate
10.Like Water
11.Dream Out


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Ci sono certe finestre musicali che è possibile vengano aperte solamente da band e cantanti provenienti dal Regno Unito, e l’ultimo lavoro dei Tunng, “Songs You Make At Night” ne è la conferma. Atmosfere visionarie, un buon grado di sperimentazione – senza però eccedere – rendono l’album molto mentale ma allo stesso tempo spontaneo ed onesto, evitando di cadere nell’autocompiacimento od in un inutile scimmiottare di stili.

Si tratta del primo album in cui i fondatori Sam Genders e Mike Lindsay tornano a lavorare insieme dopo la separazione avvenuta nel 2006 per diverse scelte artistiche e di vita privata dei due. Come dichiara lo stesso Lindsay sul sito ufficiale della band:”Volevamo fare un album dei Tunng che tornasse alle origini. C’era una vera e propria magia nei primi album, che abbiamo voluto provare a catturare nuovamente”. L’intento è riuscito senza però trasformarsi in una mera “operazione nostalgia”, o una proposta riveduta dei vecchi brani. La magia a cui accenna Lindsay è presente, ma non priva della maturità artistica sviluppata nell’ultimo decennio e la conseguente ricerca verso nuove storie da narrare in musica, ed atmosfere da creare. Se infatti album come “Mothers Daughter And Other Tales” o “Comments Of The Inner Chorus” sono lavori permeati da uno stile sempre di marchio Tunng ma più intrise di situazioni e suoni che prendono spunto da elementi più quotidiani, più realistici, l’ultimo “Songs You Make At Night” è invece qualcosa di più distante, onirico e metafisico.

L’elettronica non prende il sopravvento sull’animo folk e non si può parlare di un vero dualismo o bilanciamento tra i due, ma un puro mix in grado di sospingere l’ascoltatore nelle stanze dove vicende come la piovosa Nobody Here o la più raccolta Like Water hanno luogo, disegnando il loro scorrere su tappezzerie immaginarie in puro stile british: eccentriche e variopinte. Forse è proprio questa la differenza tra il prima e l’attuale: se i primi lavori potevano essere paragonati a scritti su un un diario abbandonato fatto di confidenze e vicende interpersonali, questo ultimo lavoro non sembra voler utilizzare veicoli narrativi, ma lasciare che sia l’ascoltatore stesso a ritrovarsi in mezzo “alle canzoni serali” a cui menziona il titolo stesso dell’album.

I sognatori Tunng non hanno smesso di sognare e plasmare il proprio mondo musicale tramite i sogni stessi, ma hanno bensì iniziato a volerci insegnare a raccogliere le sfumature della realtà tra il sonno e la veglia, e la bellezza della ricerca di un nostro proprio modo di essere sognatori. Tutto ciò, partendo da “Songs You Make At Night”.

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