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Thou – Magus

2018 - Sacred Bones Records
doom metal / sludge

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Tracklist

1. Inward
2. My Brother Caliban
3. Trascending Dualities
4. The Changeling Prince
5. Sovereing Self
6. Divine Will
7. In The Kingdom Of Meaning
8. Greater Invocation Of Disgust
9. Elimination Rhetoric
10. The Law Which Compels
11. Supremacy


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Dopo quattro anni di silenzio radio – più o meno – cosa sia frullato nella testa dei Thou per pubblicare ben tre EP su tre differenti etichette (Raw Sugar, Deathwish Inc. e Community Records) e non paghi anche un nuovo album non l’ho ancora capito. Di sicuro qualcosa di altamente e palesemente insano. Fatto sta che è accaduto e il risultato di queste tre differenti uscite – agli antipodi l’una dall’altra – ha come risultato “Magus”, griffato Sacred Bones e chicca di strapotenza doom.

Come se “Rhea Sylvia”, “Inconsolable” e “The House Primordial” orbitassero tutti attorno allo stesso punto e finissero – per cause gravitazionali – per schiantarsi nel punto centrale dell’album per poi riesplodere in un sol botto propagando un venefico miasma romanticamente mortifero. Del primo si prenda la costituzione grunge e le ritmate melodie funebri sotto il sole grigio di Seattle care a Tad Doyle, Cantrell e a Staley (ma come se quest’ultimo si fosse invaghito di certo black metal norreno), del secondo le sensazioni più sfiancate e melancoliche distillate dal più noir e laconico dei folk apocalittici (cantato da Billy Corgan e non da Douglas Pearce) ed infine dell’ultimo dei tre porta in dote una corazza di suono marcescente eppur inscalfibile.

Ogni goccia stillata da queste ampolle viene distillata e fatta cadere in una più grande fino a formare qualcos’altro, una nuova formula che nel passato meno recente affonda le sue radici. “Magus” non è difatti una mera riproposizione scolastica dei tre EP di cui sopra bensì una creatura con una sua firma genetica con un’identità propria e definibile. L’odore del sangue e della pioggia si mischiano inevitabilmente lungo le undici, sfiancanti tracce che compongono l’album andando a creare un nuovo aroma. Pesante, crudo, ferale, scintillante, dalla produzione estremamente curata, pregno di melodie di chitarra dai colori saturi e carichi di contrasto l’album si snoda su momenti di illusorio movimento, pachidermici anthem che dipingono neri sabba in foreste al pan di zenzero, mostri elettro-droneggianti, taglienti sventagliate black e voci mortuarie che riempiono ogni spazio possibile ed immaginabile lasciando che l’asfissia faccia il suo corso.

I Thou più che un album registrano una prova di coraggio che merita un ascolto attento, utile come dilatatore temporale ed eviratore di qualsivoglia tipo di allegria. Non è un disco solo per coloro che vedono nello sludge e nel doom la propria cup of tea ma è esattamente ciò che ci troveranno dentro. Pallbearer superati a destra, e via verso il delirio.

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