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Alice In Chains – Rainier Fog

2018 - BMG
grunge

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Tracklist

1. The One You Know
2. Rainier Fog
3. Red Giant
4. Fly
5. Drone
6. Deaf Ears Blind Eyes
7. Maybe
8. So Far Under
9. Never Fade
10. All I Am


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Rainier Fog” è il primo album, in una carriera iniziata nel lontano 1987, che vede gli Alice in Chains balzare addirittura nella top 10 dei dischi nel Regno Unito. Ma il sesto LP degli AIC ha un inizio promettente e tutt’altro che mainstream: The One You Know è letteralmente l’arrancata della sorellastra tozza di Man in the Box. Il bel riffone poi lascia spazio ad un ritornello e un bridge che sono il contrario dell’inizio corpulento.

La seconda traccia, appunto Rainier Fog, al contrario di quanto suggerito dal nome ha molto poco di nebbioso. Con riff, picchi e arpeggi tutti ampiamente taglienti in quella che si puo comunque definire una traccia molto ‘radio friendly’ (ma non quanto la raccapricciante Never Fade o la piacevole ma trascurabile Fly).

Red Giant apre con l’armonizzazione vocale, marchio di fabbrica decennale, che DuVall e Cantrell oramai eseguono sapientemente. Qui invece la traccia non rinuncia all’abissale riff iniziale e macina fuori anche un assolo bello cupo. Drone è forse quella che devia di piu dal copione classico e per quello merita da sola il prezzo del CD. Coglie di sorpresa con la sua inaspettata ma contagiosa triplet feel sincronizzata, il bridge con la chitarra acustica (suonata da Chris DeGarmo dei Queensrÿche) che anticipa un assolo cattivissimo, ed un testo letteralmente fuori dal mondo: “I’ll stay here and feed my pet black hole.” Sperando che non sia l’ultima partecipazione creativa del batterista Sean Kinney ed il bassista Mike Inez visto che entrambi hanno contribuito anche alla creazione di Red Giant e Kinney su “Fly”.

Deaf Ears Blind Eyes e Maybe difficilmente soddisferanno vecchi fan o ne porteranno di nuovi. Mentre So Far Under prende ottimo spunto dal perpetuo bending ultra sludge di Stone dall’album precedente. Chiude tutto All I Am con i suoi eccessivi 7 e passa minuti di lenta elettrico/acustica ballata ahimè tanto cara agli AIC.

Ma se gli Alice In Chains producono ancora album di questo magnitudo -dopo il magnifico “Black Gives Way to Blue”(2009) e l’ottimo follow up “The Devil Put Dinosaurs Here”(2013)- allora sono loro da considerare i numeri uno delle ‘Big 4’ (assieme ai Nirvana, Soundgarden, Pearl Jam) del Grunge? Direi proprio di si. Perbacco. Sulla scomparsa del loro carismatico cantante, Layne Staley, ed il suo cazzuto rimpiazzo, William DuVall, ne sono stati scritti oramai volumi su volumi pieni zeppi di opinioni che variano tra l’ottimismo alla nostalgia e dalla gioia alla rassegnazione. “Rainier Fog” non è ne perfetto ne tantomeno il loro magnum opus, ma ha quell’anima e quell’angoscia che le altre cosiddette ‘dad band’ di Seattle hanno perso anni fa. In quanti avrebbero scommesso su una seconda giovinezza del genere?

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