Il 2018 per Giuseppe Tielleci (a.k.a Neel) è stato un anno molto proficuo. L’artista facente parte del duo Voices From The Lake insieme a Donato Dozzy, nel settembre di quest’anno è uscito con il nuovo EP “Transition” prodotto dalla Token Records, dopo varie collaborazioni e progetti. In giugno esce la traccia Fumana nel various “Submerged world” a cui partecipano Retina.it, Acronym ed Evigt M?rker prodotto dalla label Substrato 007; nello stesso mese esce l’EP – “Sinergia” in collaborazione con Natural/Electronic.System prodotto dall’etichetta Tikita, ed infine collabora con il remix della traccia Argonaut dell’omonimo EP di Gianluca Meloni (a.k.a Laertes) prodotto da Mental Modern. Il binomio Neel – Token Records (label belga fondata nel 2007 da Kr!z) si rinnova dunque dopo la splendida uscita dell’EP – “Calcata” dello scorso anno.
In “Transition”Neel indossa il camice da chimico rispolverando la parte dei materiali solidi della tabella degli elementi ideata anni orsono da Mendeleev soffermandosi sui quattro metalli di transizione; i relativi nomi delle tracce che Neel espone con gran professionalità e spirito d’iniziativa (Lato A: Afnio, Renio. Lato B: Osmio, Vanadio).
Non preoccupatevi, le interrogazioni non ci sono ed anche se ci fossero si svolgerebbero con cuffie e gin tonic! I relativi metalli sono n.72, n.75, n.76 e n.23 della tavola. Provate a giocarli, non si sa mai.
In Afnio si denota una sonorità fredda, distaccata, profonda (deep) ricordando i suoni prodotti da quegli altri colleghi dei Polar Inertia. C’è da dire che Neel nell’esposizione è più che loquace, rendendo l’atmosfera ricca di polveri e residui ferrosi. Afnio, che deriva dal latino Hafnia, il nome dell’attuale Copenaghen, riporta a questa musica invernale, mossa da kick gelidi e minimalisti inoltrando in un periodo di transizione tutt’altro che semplice nel cuore dei paesi del Nord.
In Renio si delinea una componente synth tutt’altro che calma e gelida. L’ambiente diventa acido, sulfureo, quasi irrespirabile ed un nodo alla gola s’interpone tra il professore e gli alunni. Brividi d’agitazione e stress nascono da possibili esperimenti chimici non andati a buon fine!
Passando alla terza traccia Osmio il sound si fa vigoroso, deciso. La techno si amalgama alla chimica e parafrasando la legge della materia teorizzata da Lavoisier ove “nulla si crea, nulla si distrugge; ma tutto si trasforma” c’è il chiaro segnale della meticolosità e trasformazione del suono italiano di Neel. In Osmio la trasformazione deriva anche da una sequenza di prospettiva e location diverse. Emergono suoni contrastanti, differenti, in cui sembra di rivivere la situazione mineraria da cui vengono estratti i metalli. Vengono lavorati separatamente, per poi prendere peso in un equalizzatore che Neel gestisce con maestria. Da apprendere ce n’è e come. Il tetrossido di Osmio, per chi non lo sapesse, viene utilizzato nel rilevamento delle impronte digitali. Attenzione!
Infine s’arriva o s’inizia (d)a Vanadio. I cloruri del Vanadio sono stati prodotti nel 1830 da Nils Gabriel Sefstrom, il quale coniò il nome di “Vanadio” in riferimento alla dea scandinava della bellezza e della fertilità “Vanadis”. I suoni metallici, cadenzati, a tratti ipnotici, rendono l’idea precisa della transizione, un passaggio lento, ma costante, alla ricerca di quello stato liquido e gassoso che si sente nel sottofondo della traccia, ripercorribile sulla tavola sotto altre voci di materiali e sostanze diverse.
In chimica transizione indica il passaggio da uno stato fisico-chimico quantomeccanico (meccanica quantistica che descrive la materia) ad un altro, da un livello energetico ad un altro. Neel attua proprio questo. Un passaggio dalla musica elettronica di cuffia alla dancefloor e viceversa, ad una live session ad una fase di registrazione in studio, senza fermarsi mai, in continuo loop.
“Transition” dalla realtà alla fantasia può far solo che bene.