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Spiritualized – And Nothing Hurt

2018 - Fat Possum Records / Bella Union
alternative rock

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Tracklist

1. A Perfect Miracle
2. I'm You Man
3. Here It Comes (The Road) Let's Go
4. Let's Dance
5. On The Sunshine
6. Damaged
7. The Morning After
8. The Price
9. Sail On Through


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A sei anni dal precendente “Sweet Heart Sweet Light“, pietra miliare indiscussa del rock anni Zero, Jason Pierce se ne esce per Bella Union e Fat Possum Records con quello che forse sarà l’ultimo album a nome Spiritualized. Registrato quasi interamente in solitaria nel suo home studio con un budget ridotto all’osso, “And Nothing Hurt” rappresenta la consacrazione definitiva di J. Spaceman nell’olimpo dei songwriters contemporanei. Di quelli con trent’anni di disegni spaziali in testa, che non si spaventano di certo davanti a tecnicismi. Di quelli che rispondono alle grandi domande della vita con un onestissimo “Huh?”. Di quelli che ammettono di non saper ancora suonare la chitarra dignitosamente, ma che la suonano come fosse la cosa più importante della loro vita. “Potrà sedersi alla destra di Lou Reed?” vi domanderete voi. Probabilmente.

È il 2018 e il Nostro, classe 1965, è tornato per annunciare (in codice Morse?) che ora è dipendente solamente dalla Musica, onnipresente figura divina, non più dalle tanto amate e odiate Medications di “Pure Phase“. Anche perché, dopotutto, come dichiarato in una recente intervista al Financial Times, “rock’n’roll is a young person’s game”. E così, come un riflesso incondizionato di maturità personale, “And Nothing Hurt” lascia spazio a grossi sospiri gospel e riverberate orchestrali, in una piacevolissima raccolta di ballate spaziali dal retrogusto velvetiano che strizza l’occhio a Daniel Johnston e al brit-pop di fine anni Novanta. Il disco si apre con l’ukulele di A Perfect Miracle, colonna sonora ideale per soleggiate domeniche settembrine, seguito dai fiati dell’eccelsa ballata pastorale I’m Your Man e di Here It Comes (The Road) Let’s Go, delizia per fan dei primi The Verve e di The Beta Band. Nel cuore del disco, il pianoforte della cantilena spaziale Let’s Dance e della splendida ballata bluesy Damaged intermezza gli unici due episodi più iconicamente legati al passato, ovvero le divagazioni da mattinate hungover di On the Sunshine e l’eccellente colpo di frusta alla Stereolab di The Morning After. The Prize e Sail On Through accompagnano il fading dell’album cullando e rincuorando dolcemente i fan di una vita con un epico arrivederci dal retrogusto shoegaze: “you know best love lies before the fall”.

Poco più di vent’anni fa ce lo aveva annunciato: “Ladies And Gentleman, We Are Floating In Space”. Ora, a quanto pare, capitano J Spaceman è arrivato a destinazione. Con che carburante abbia viaggiato tutti questi anni, meglio non saperlo (se volete approfondire, è consigliato l’ascolto di Spacemen 3). Da universi sconosciuti ci comunica ora – ancora in tuta spaziale – che tutto va bene. Un messaggio che abbiamo atteso per tanti anni e che, come genitori preoccupati, leggiamo con un sospiro di sollievo ed un genuino sorriso stampato sulla faccia: “there’s better things y’know a lonely rock’n’roller can do”.

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