Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Ólafur Arnalds – re:member

2018 - autoproduzione
elettronica

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. re:member
2. unfold (feat. SOHN)
3. saman
4. brot
5. inconsist
6. they sink
7. ypsilon
8. partial
9. momentary
10. undir
11. ekki hugsa
12. nyepi


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Due anni di lavoro, oltre un’ingente quantità del suo patrimonio economico. Questo il costo del nuovo album per l’artista islandese, legato principalmente al nuovo programma che controlla i suoi pianoforti e che, naturalmente, possiamo ascoltare su ogni traccia. È un software (STRATUS) sviluppato ad-hoc che segue Ólafur Arnalds mentre suona il piano principale e risponde con dei pattern musicali con una tonalità simile, ma diversificando costantemente le melodie, così da mettersi alla prova e non cadere nella trappola dell’andare sempre sulle medesime soluzioni.

L’effetto finale è come se ascoltassimo l’artista islandese che suona con qualcun altro in diretta, con la differenza che questo qualcuno non è certamente una persona fisica. Il risultato effettivo sulla sua musica, però, non è così devastante come magari qualcuno potrebbe immaginare, perché intelligentemente Arnalds qui si fa forte della sua esperienza pregressa, andando solo a innovare e migliorare lì dove necessario. E di sicuro non è che negli ultimi anni il nostro amico sia stato fermo con le mani in tasca, lavorando tra le altre cose a “Island Songs”, oltre all’aver realizzato invece colonne sonore e progetti collaborativi con il suo stretto compagno di musica elettronica Nils Frahm.

In realtà, ancora prima di ascoltare, possiamo vedere il nuovo prezioso software all’opera sulla copertina, realizzata da un programma grafico che, interfacciandosi proprio con lo STRATUS, mappa le note di una canzone, nel caso di specie proprio la title track, sulla luminosità di alcuni punti. E’ proprio con quest’ultima che si apre l’album, portata avanti molto delicatamente intorno a un riff di pianoforte sviluppato con degli articolati giri e, in seguito, arricchito dagli archi. La successiva unfold usa la presenza di SOHN, l’artista inglese, in maniera intelligente con un ricco arazzo di voci che funge anche da parte ritmica. Partial è il perfetto esempio della capacità ormai naturale di Arnalds di fondere archi e un tappeto minimo di elettronica per tirare fuori emozioni in maniera straordinariamente automatica, lo avevamo già sentito su “Trance Frendz” al lavoro sulla stessa idea, ma qui è stata pienamente realizzata. Così Momentary prosegue, stavolta con solo pianoforte, il viaggio dell’anima su paesaggi splendidi; sono pezzi che, nonostante un nucleo che potrebbe sembrare triste o sobrio, in realtà trasmettono serenità e tranquillità, poiché quelli sono i messaggi che all’artista preme trasmettere.

Non so se l’obiettivo originale con l’enorme lavoro speso su “re:member” fosse quello di rivoluzionare completamente il suo modo di fare musica o più semplicemente di aggiustare il tiro. Come già detto, non troveremo nulla di particolarmente nuovo in “re:member”, specie rispetto a quel a cui ci ha abituato l’ex batterista dei Fighting Shit (sì sì, davvero!) nei suoi ultimi lavori. Sicuramente, però, quel che esce dal nuovo lavoro è un Arnalds nuovamente rinfrancato, più sicuro di sé e sempre più voglioso di sperimentare e coinvolgere l’ascoltatore.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni