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Fucked Up – Dose Your Dreams

2018 - Merge Records / Arts & Crafts
hardcore punk / psichedelia / kraut rock

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Tracklist

1. None Of Your Business Man
2. Raise Your Voice Joyce
3. Tell Me What You See
4. Normal People
5. Torch To Light
6. Talking Pictures
7. House Of Keys
8 Dose Your Dreams
9. Living In A Simulation
10. I Don’t Wanna Live In This World Anymore
11. How To Die Happy
12. Two I's Closed
13. The One I Want Will Come For Me
14. Mechanical Bull
15. Accelerate
16. Came Down Wrong
17. Love Is An Island In The Sea
18. Joy Stops Time


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C’è chi si è ritrovato a giurare che i Fucked Up fossero il futuro dell’hardcore (presente), ma c’è anche chi li addita come l’evoluzione di un certo tipo di indie punk (h)i(p)sterico. Entrambe le fazioni avrebbero ragione da vendere perché il combo canadese questo è: la zona franca in cui hipster e punk si ritrovano ad apprezzare la stessa identica band senza sputarsi in faccia a vicenda. Gli estremisti di ambedue le compagini potrebbero avere comunque da ridire.

Sia come sia quando uscì “The Chemistry Of Common Life” furono in molti a rimanere a bocca aperta e “Glass Boys” fu ulteriore riconferma di una band gigantesca. Il furore che i ragazzi di Toronto smossero però ha avuto modo di spegnersi in men che non si dica – quantomeno dalle nostre parti – e ora è la tipica realtà che ci caghiamo in due o tre ogni 100 km, ad esser buoni. C’è da dire che la formula proposta dai nostri beniamini non è granché cambiata nel giro di cinque album e men che meno si è resa più digeribile. “Dose Your Dreams” è tutto tranne che dosato nel suo essere doppio contenente la bellezza di 18 brani con una media di 4 minuti per brano. Ci va dedizione per starci dietro e anche una bella dose di pazienza ad essere sinceri e l’idea che i Fucked Up abbiano scritto il proprio “Screamadelica” (Owen Pallets dixit) pare leggermente esagerata, un po’ come mio padre che dice: Politano tira le punizioni come Beckham.

Che poi vien da sbadigliare quando le belle Giubbe Rosse dell’hardcore-indie, si lanciano nelle ormai telefonatissime tirate punk che nella propria urgenza fecero il nido. È solo nel momento in cui le carte in tavola vengono sparigliate e la furia si va ad immergere in un meno istituzionalizzato sintomo kraut/space che possiamo tornare ad interessarci a quanto sta accadendo: il binomio Normal People e Torch To Light è da sturbo, con la prima a piazzare uno zampone indelicatamente anni ’80 e la seconda infottata all’estremo da quel ricordo madchester e factoryiano che farà felice più di un ex fricchettone che negli anni ’90 usava ciondolare ascoltando gli Happy Mondays.

In certi momenti pare di ascoltare Orbital con un orso inferocito alla voce (la furiosa e al limite del digital hardcore Accelerate, Talking Pictures) perché tutto si può dire tranne che Damian Abrahams non sia uno dei migliori sbraitatori hc degli ultimi 10 anni, mentre altrove si ha l’impressione che i Can si siano riformati giusto il tempo per tramutare i Tangerine Dream nei Chemical Brothers con tanto di archi e cori che avrebbero reso felici gli Abba e i Bee Gees (la title track è qualcosa di onestamente incredibile in tal senso). Mi piacerebbe dire che la presenza di J Mascis faccia la differenza in qualche modo ma Came Down Wrong è né più né meno un brano dei Dinosaur Jr suonato da qualcun altro. A dir poco ridondante se non proprio inutile.

Volendo strafare e allungando il brodo fino allo sfinimento non ci si ritrova dinnanzi ad un oggetto da possedere pena la crocifissione in sala mensa, ma di certo c’è che se i Fucked Up avessero asciugato tutto questo sbrodolamento, eliminato il quoziente puramente hc e si fossero dati ad un dieci brani di psichedelia rockadelica a quest’ora forse sarebbero davvero più Beckham che Politano. E invece ci tocca accontentarci skippando qui e là e godendoci qualche assist ben piazzato e un sacco di strada ancora da fare (ma siamo solo al quinto disco, dai).

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