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MUSICA PER MANDARVI DI TRAVERSO L’APERITIVO

Stavo ripensando a tutti quegli articoli dedicati alla migliore musica per aperitivi e a quanto io ritenga che piazzarci dentro Coltrane o Davis faccia di certo rivoltare nelle tombe i padri del jazz d’avanguardia, oltre che a dare il voltastomaco a me e a chissà quanti jazzisti. Poi ho ripensato alle tombe, al sangue e ai calci nel culo e nella mia mente è balenata la malsana idea di trovare un modo per far andare di traverso l’aperitivo a tutti quelli che si sono tanto sbattuti nell’infilare il catalogo ECM o Blue Note (o al massimo qualcosa della Warp, quando la faccenda si fa più chillout, sapete no?) in un articolo per assidui bevitori di Martini o Aperol, e mi sono tornate in mente le parole di Papa Giovanni Paolo XXIII: “Cari figlioli, tornando a casa, troverete i bambini: date del grind ai vostri bambini e dite: ‘Questa è la carezza dei Napalm Death!’

Così ho cominciato a cogitare su quanto sarebbe bello mentir loro dicendo “Hey! Stasera super-musica lounge e smooth e chill per aperitivo hipster, yes yes, hashtag cose belle, vita super, mood del giorno bellastoria!” e invece fargli trovare qualcosa di più succulento nel piattino degli stuzzichini. Tipo l’aperitivo sì, ma quello del giorno prima.

Mentre questi pensieri si inerpicavano su per la corteccia cerebrale le band che potrebbero suonare nelle casse di un lounge-bar qualsiasi sono affiorate come d’istinto. Solo odio e distruzione, si diceva. Immaginate: siete al solito aperitivo da fighetti, il clima è bello rilassato e disteso ed ognuno ha il suo fido smartphone pronto per una story Instagram di quelle stucchevoli, che piacciono tanto e che fanno di tanti degli influencer a là page. Ebbene, la situazione decolla, la pace dei sensi è ad un passo (ricordatevi di piazzarla in un post IG) e tutti già sorseggiano un bel Martini doppia oliva da un calicino preso in qualche polverosa casa e che fa impennare il conto in quanto vintage, e già pregustate l’attacco morbido di Jon Hopkins, oppure il cullar veloce di Blue Train quand’ecco che a far capolino dalle casse di non si sa quale device infernale Devoured By Vermin. No, capite? Divorati dai vermi! Ci si scambia sguardi di sgomento nel lounge bar, la paura che tutto vada in vacca e che non si possan più fare stories alza la temperatura del terrore a livelli cosmici, che manco un avviso di garanzia durante Mani Pulite. Terrore e raccapriccio. La paura che i Cannibal Corpse facciano irruzione nel dehor, trapani e accette alla mano, pronti a mangiarsi teste a spron battuto lasciando solo la barba penzoloni porta tutti ad un passo dal deragliamento collettivo. E invece voi ridacchiate, perché è colpa vostra che avete cambiato la playlist del locale, furbetti che non siete altro. E aspettate che partano i Darkthrone, lì sì che ci sarà da cagarsi addosso. Perché Satana secondo me fa ancora paura alle menti deboli, quella tipica sensazione di insicurezza che si ha da bambini quand’è notte e fuori c’è un temporale forte, ecco, da grandi fuori ma ancora piccoli dentro basta un tocco di black metal e impossibilità di postaggio e il gioco è fatto. Dietro l’angolo si nascondono poi altri spauracchi modaioli, che so, Merzbow vestito come lo Spaventapasseri di Batman, Burzum vestito come Burzum (a lui basta impugnare un coltello da burro per terrorizzare le masse), i The Locust pronti a piazzare insetti in mezzo ai salatini, i Cripple Bastards che dicono le parolacce in italiano ed insultano le massime istituzioni tra cui Dio e lo Stato, cosicché tutti i presenti possano capire e poi gli Anal Cunt. Loro sì che sono roba da polizia del web!

Ormai l’atmosfera è andata a puttane, gli occhi dei presenti sbarrati e i bicchieri sembrano pieni di Svelto, tanto tutti tentennano a portarli alle labbra. Sarebbe bello, un sogno, o meglio un incubo ad occhi aperti. Chissà se uscirebbero ancora tutti questi articoli sulla musica per aperitivo. Forse no e giustizia sarebbe fatta. Intanto noi sogniamo e piazziamo su la playlist delle nostre brame, mentre le stories continuano ad essere rigurgitate, perché in fondo siamo solo dei misantropi a senso unico.

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