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Interviste

Intervista ai JOHN

John

C’è da tenerli d’ occhio John e Johnny, ovvero i John, power punk rock duo inglese in un flusso di potentissima energia creativa. Da Crystal Palace, Londra. Stanno per seguire gli Idles nel loro tour europeo in cui toccheranno l’italia il 22 novembre a Milano presentando dal vivo il loro album di debutto “God Speed In The National Limit” (qui la nostra recensione).
Parliamo con John Newton, voce, batteria e autore dei testi, vogliamo conoscere la loro storia, la loro musica e i loro progetti.

Da quanto tempo tu e Johnny suonate insieme? Raccontami un po’ la vostra storia
John
: Ci siamo incontrati all’Università e ci incontravamo spesso alle feste o nei pub di Londra, sapevamo entrambi che eravamo interessati in creare musica perciò in quel periodo finivamo sempre per conversare ogni volta delle stesse cose e ci sono voluti  3 anni per capire che forse avremmo dovuto provare a fare musica insieme, eravamo un po’ preoccupati perché dopo tanto parlare non sapevamo cosa sarebbe venuto fuori, dopo aver terminato l’università siamo entrati in sala prove, fu 4 o 5 anni fa e ci volle un anno prima di rendere pubblico il lavoro e suonare i nostri primi live. Abbiamo sempre voluto suonare la musica che ci piace senza metterci pressioni per fare qualcosa che poteva piacere a qualcun altro e ne vado molto fiero.

La vostra line up è, come dire, non convenzionale, intendo il fatto che sei il batterista e cantante. È una cosa che avete deciso subito?
John
: Credo che si possa parlare di processo di eliminazione, eravamo molto energici, volevamo entrare in sala prove e suonare per cui ci siamo chiesti “Hai mai cantato prima”? “E tu?” e io ero l’unico che aveva già prestato la sua voce per dei cori in altre band così decidemmo che sarei stato io il cantante e Johnny non fu molto dispiaciuto, era già troppo impegnato a rendere grandiosi i suoni delle chitarre,così avendo le prime bozze ho cominciato a lavorare su come la voce poteva funzionare sulla musica; ciò ha creato una sorta di unicità per il fatto che il mio cantato segue i miei movimenti, non posso fare più di tanto dato che suono la batteria e scrivo sempre tenendo questo in mente, questo crea quel ritmo sincronizzato con la batteria che mi piace molto.

I tuoi testi sono criptici, poetici, sono quasi espressionisti, parlami del processo creativo nello scriverli.
John
: Per me questa è una bellissima domanda, non ne parlo quasi mai! (Ride ndr). L’ispirazione arriva da molte influenze letterarie, sono appassionato di romanzi e questo scivola dentro al mio modo di scrivere e nella struttura delle canzoni, per esempio sono un grande ammiratore delle opere di Italo Calvino e il suo modo che aveva di esaltare le situazioni, di metterle sotto la lente di ingrandimento, io cerco di fare la stessa cosa con i miei testi: cerco di magnificare un determinato momento o un’esperienza, cosa che poi viene criptata nella forma di un testo, cercando di rendere le canzoni una specie di ritratto, di disegno. Per questo cerco sempre di rendere i testi molto importanti nel lavoro di grafica e dargli la giusto spazio accanto alla musica.

Come nasce quindi una canzone dei JOHN?
John
: Sono sempre meravigliato quando un pezzo nasce e questo avviene sempre in sala prove quando siamo entrambi presenti, raramente scriviamo pezzi in solitudine per poi proporli, Johnny e io attacchiamo quasi sempre a suonare assieme e da questo nasce l’energia di due menti chiuse tra quattro mura, l’energia è tutta lì ed è meraviglioso.

John

Quanto tempo avete impiegato per scrivere “God Speed”?
John
: Beh, avevamo già due ep prima dell’album quindi avremmo avuto abbastanza materiale da raggruppare in un disco ma mi piace che un album parli di un periodo particolare quindi per “God Speed in the National Limit” abbiamo registrato pezzi scritti nell’ultimo anno.

C’è un pezzo a cui sei particolarmente legato?
John: Credo di poter parlare dei due singoli usciti ovvero Ghost Printer e Squad VowelsGhost Printer è un pezzo che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico. A volte rimani talmente avvolto nella musica che non ti rendi conto di quale canzone potrà andare meglio. Ghost Printer è stata scritta dopo un periodo di grande frustrazione, quando andavo incontro a nuovi lavori o nuove opportunità e dalle quali sono stato costantemente respinto, quindi questo pezzo è una reazione umoristica, la scrivo attraverso un personaggio che si trova ad avere a che fare con un fantasma che gli mette i bastoni fra le ruote, è una sorta di metafora ed è interessante che sia stato il primo singolo e che qualcosa di positivo sia uscito da un impulso così negativo, è stato molto soddisfacente!

Mi piace molto la foto sulla copertina dell’album, uno strano “campo lunghissimo” in bianco e nero dove hai l’impressione di non sapere e esattamente dove ti trovi. MI fa pensare che siete interessati anche ad altre forme d’arte oltre alla musica, è corretto?
John
: Sì, assolutamente, altra bella domanda (ride ndr). Ho lavorato per molto tempo come artista visivo e Johnny è un fantastico restauratore di mobili antichi, noi focalizziamo sempre l’aspetto visivo in qualunque nostro progetto. La copertina dell’ album e tutte le immagini dell’artwork le ho assemblate io.

L’hai scattata tu la foto di copertina?
John
: Sì,è una zona non lontana da dove viviamo, è un vecchio palco in disuso a Crystal Palace ed è storico, questo mi sembrava combaciasse con il fatto che le canzoni sono piccoli affreschi di storie, sono molto contento che la gente capisca quanto sia importante la parte visiva del nostro progetto.

Idles, Shame, Life, John, Slaves, Goat Girl, Lice… stiamo ascoltando un mucchio di musica nuova arrivare dell’ Inghilterra, mi chiedo se ci sia qualcosa che accomuni queste band, inclusi voi, sta per caso nascendo una scena?
John
: È un periodo molto esaltante, c’è un mucchio di persone creative ed interessanti, persone che stanno cercando di portare a termine progetti musicali non facili da realizzare, credo che la spinta sia data dal fatto che ci ricordano continuamente che le cose nel nostro paese non stanno andando nel verso giusto, la musica è una potente risposta e incoraggia la collettività. Queste piccole scene musicali sono molto importanti, oggi posso andare in qualsiasi locale tranquillo di avere ottime conversazioni e scambi di idee, personalmente è fantastico! Gli Idles stanno trainando questo atto di collettività e spero che dia alle persone uno stimolo per reagire alla negatività di cui siamo circondati, spero che grazie a queste scene le cose possano sin pochino cambiare, so che è molto difficile, però…

Quali sono le tue maggiori influenze musicali?
John
: Io sono cresciuto in campagna dove c’era un solo negozio ed era lì che potevo comprare le riviste musicali, era il mio portale al grande mondo della musica, diciamo che il punk è stato un grande inizio e non mi ha mai veramente abbandonato, questo per via dell’energia che scatena, quando guardi una performance di una punk band vieni invaso dall’energia che si crea tra il pubblico e i musicisti sul palco, è grandioso! Johnny è più verso il metal, verso suoni più pesanti rispetto ai miei e abbiamo unito queste nostre influenze.

Avete appena annunciato un’edizione speciale in CD per il primo anniversario di God Speed in the National Limit, quanto siete cresciuti a livello personale e artistico in quest’anno?
John
: Beh, abbiamo suonato più di quanto avevamo mai suonato prima, anche con band che ammiriamo tantissimo che ora possiamo definire amici come Metz e Idles, è stato incredibile crescere come band e avere degli show tutti nostri, aver continuato a scrivere pezzi nuovi, abbiamo vissuto un miglioramento attraverso l’esperienza e la pratica e ora siamo più a nostro agio nel creare qualcosa di interessante, spero!

State per intraprendere un corposo e intenso tour europeo con gli Idles. Suonerete anche al Bataclan a Dicembre, come vi sentite a riguardo?
John
: Siamo emozionati di suonare davanti ad un pubblico così vasto, consapevoli che la mole di pubblico è per via del successo enormemente meritato degli Idles, spero che ci sia gente che si divertirà nel vedere anche noi, stiamo lavorando duramente per rendere ogni sera una sera speciale, cercheremo di riscaldare l’ambiente nel puro spirito di un gruppo spalla. Per quanto riguarda il finale al Bataclan, quello che è accaduto è terribile e credo che la miglior risposta sia andare avanti e incentivare questa collettività di gioia e amore, come direbbe Joe,credo sia la cosa migliore che possiamo fare, non sono stupito che il Bataclan continui ad esistere e a organizzare serate di musica dal vivo.

Infine, i vostri progetti per l’anno prossimo?
John
: Siamo sulla buona strada per registrare un nuovo album, abbiamo un sacco di materiale nuovo e useremo l’energia accumulata durante i tour per completare qualunque cosa sia in arrivo, sarà un altro album firmato JOHN per cui sarà pieno di energia!

Ok, grazie John per il tuo tempo, saluta Johnny e ci vediamo il 22 novembre!
John
: Grazie a voi, ciao!

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