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Caso – Ad Ogni Buca

2018 - To Lose La Track / Sonatine Produzioni / Wild Honey Records
songwriting / punk

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Tracklist

1. Ogni volta l'inverno
2. Dente di leone
3. Il tuo nome
4. Piscina
5. Strade minori
6. Fosbury
7. Majorette
8. Supercinema


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Abbiamo pianto tanto per “Tutti dicono guardiamo avanti”, ammettiamolo. Tutti quanti. Non ce lo aspettavamo, un disco così. Ne abbiamo parlato, lo abbiamo tenuto in alto come ed esaltato come se fosse arrivato grazie ad una nostra vittoria, una vittoria della nostra musica. Caso è tornato, è definitivo. Con un disco nuovo che esce per To Lose La Track, Sonatine Produzioni e Wild Honey Records (che non conoscevo ma che di recente ha fatto uscire i Peawees). Tre anni esatti dopo “Cervino”, che ci aveva fatto abituare all’idea che Andrea suonasse con una band dietro di sé, che poteva anche sì, muoversi tra il pubblico di ragazzi ma che avrebbe potuto, anche,sì, imbracciare ancora la sua chitarra da solo. “Ad ogni buca” è più breve, più diretto e più longilineo, anche nel modo in cui è suonato, rispetto a “Cervino”. Due più uno, e si ritorna a suonare punk come se l’epoca dei baretti, dei concerti in compagnia e dei cori ad alta voce non fosse mai finita. Anche perché nel frattempo, Andrea Casali in arte Caso è diventato uno scrittore.

Otto brani in tutto ed il disco parte subito con punto di stallo, di riflessione. Ogni volta l’inverno dà subito spazio alla voce, tralasciando un arpeggio di chitarra come sottofondo e come letto di foglie. Il ritornello “Ma ogni volta l’inverno arriva all’improvviso e sono io senza il maglione giusto” è il modo migliore per iniziare un disco così punk: ti fa ripensare agli anni Novanta, ti riconduce alla dimensione più difficile degli attimi più usuali che popolano le tue giornate e ti fa arrivare alla seconda Dente di leone, che viaggia parallela alla prima canzone, partendo subito con la tranquillizzante e casalinga voce di Andrea. Ma alla fine tutto questo “Ad ogni buca” lo è, tranquillizzante. Ha le chitarre poco impastate, una voce interpellante e trasuda finestre aperte. Ti sussurra “Guarda che non sei l’unico ad avere difficoltà e rimorsi, you are not in this alone.”

Piscina è forse il pezzo del disco che più ci riporta agli inizi della carriera di Caso: è un romanzo di formazione, ambientato a Bergamo come potrebbe essere ideato per le pianure fredde dell’Illinois. L’immagine del fosbury per uscire dalla macchina nei parcheggi è qualcosa di dolcemente immaginifico e sensazionale in ciò che crea e comunica; gli interruttori sono difficili da trovare al buio e prima o poi tutti noi dobbiamo riempire i sacchetti per portare a casa la spesa, se ci siamo scordati di portarci dietro le buste di plastica della Coop.

Ad ogni Buca” è un disco contro il fatalismo, molto più di quanto non lo fossero i primi, destinati principalmente a raccontare piuttosto che unire gli intenti. Ci fa sentire ancora più soli durante le pause pranzo, ci rende vulnerabili alla mancanza di cultura calcistica, ci spreme come limoni amari, che non vanno mai fuori stagione. Siamo abituati a mettere in ludibrio le famiglie che mangiano, per risparmiare, dai tupperware nei parcheggi degli outlet durante i giorni di saldi, ma ascoltando l’ultimo disco scritto da Andrea Casali in arte Caso, soprattutto negli episodi descritti da Majorette e Dente di leone, dovremmo rivedere molte delle nostre posizioni.

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