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J Mascis – Elastic Days

2018 - Sub Pop
alternative rock / songwriting

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Tracklist

1. See You At The Movies
2. Web So Dense
3. I Went Dust
4. Sky Is All We Had
5. Picking Out The Seeds
6. Give If Off
7. Drop Me
8. Cut Stranger
9. Elastic Days
10. Sometimes
11. Wanted You Around
12. Everything She Said


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Dal gatto investito di “Where You Been” alla ragazzina con la sigaretta di “Green Mind” alle nuvole con gli occhi di “I Bet On Sky”, agli enormi mostri buoni di “Farm” a quest’ultimo “Elastic Days“, dove una fata con piccole ali piange la morte di un suo simile, i dischi di J Mascis li comprerei ogni volta a scatola chiusa ma non perché, in questo caso, giudico un libro dalla copertina; semplicemente perché gli artwork riflettono a pieno il contenuto degli album. È Mascis che, Dinosaur Jr o no, ci dà il benvenuto nel suo mondo ancora una volta.

Quello che accade è che scrive i pezzi e poi decide se destinarli ad un nuovo progetto chiamando a sé i suoi reintegrati vecchi colleghi quali Barlow e Murph oppure se raggrupparli in un nuovo progetto solista. Beh, questi nuovi 12 pezzi erano assolutamente destinati a quest’ultima categoria del J. solitario che scrive, suona e cammina per i boschi di Amherst.

Sì, può sembrare addolcito J ma non invecchiato perché non è successo niente nella vita di J non succede mai niente, o se accade, è superfluo. L’importante è suonare e registrare. Altroché “Giorni Elastici”! Ma deve trovare l’ispirazione e l’unico modo per farlo è entrare in quel mondo, per questo Mascis è paragonabile ad un cubista. No, non immaginatelo mentre balla nudo sul cubo in discoteca, toglietevi subito quell’immagine dalla testa, intendo facente parte del movimento cubista come Braque o Picasso e in questi anni attraverserebbe il Periodo Viola o il Periodo Verde. Perché i suoi pezzi sono quadri, immagini scomposte e ricomposte, attese, distanze, incontri, tutto quello che hai, diluito o più denso, il paesaggio a seconda di come ci si sveglia, Ehi amico, sono io. “Non sono stato cresciuto molto forte ma il fuoco ha continuato a bruciare, licenzia me al posto suo, ci vediamo al cinema, a vedere i film nella mia mente”

Le chiacchiere non servono, la direzione è incerta, “Trovare te è facile, trovare me è difficile”, J in See You At The Movies canta alcuni dei più bei testi usciti ultimamente e facendolo non combatte alcuna guerra, tutto è pacifico, fantastico, anche la perdita. Quello che viene fuori passa totalmente dalla sua interiorità e ci fa entrare a visitare il suo cinema di immagini non nitide ma mangiate, digerite e ripresentate. Un mondo che potrebbe vivere col sussidio di disoccupazione, potrebbe vivere d’aria, di immaginazione, di profumi, di suoni, di animali pelosi, è una via di fuga. Un dipinto nel quale entrare, un portale.

Vi ricordate quando fece la cover di The Boy With the Thorn In His Side? Ecco, a tratti sembra che ci sia un collegamento tra il mondo del giovane Morrissey e quello di J. Riconosco che è un’osservazione azzardata ma parliamo di artisti che vorresti aprire come una scatola e trovare i immensi tesori nascosti dalle loro difficili personalità.

Elastic Days” è un tentativo di scappare via nel vento, cercare di mettere insieme i pezzi e scomparire in polvere, camminate lunghe senza rivolgere parola con nessuno ma forse, dato che se glielo chiedessi mi risponderebbe che non lo sa e che non può spiegare le origini delle sue canzoni perché arrivano da un’altra parte rispetto a dove si trova, ognuno di noi alla fine ci vedrà qualcosa di diverso, i suoi assoli toccheranno corde differenti ad ognuno di noi, farà affiorare sensazioni vissute nel quotidiano, questa è l’arte di J. : farci arrivare pezzi di quell’altra parte per farci stare meglio e farci rendere conto che l’arte in musica è più efficace di un bicchiere o di qualsiasi droga. E non ha effetti indesiderati.

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