Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Lantern – Ancora

2018 - To Lose La Track / Coward Records / Flying Kids / Controcanti / Fatty Liver Records
screamo / emo / post hardcore

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. In cambio di una pistola parte 1
2. In cambio di una pistola parte 2
3. Cimitero
4. Nube purpurea
5. Semaforo blu segnale per altre partenze
6. Dalla parte sbagliata di un telescopio
7. E. Fermi tutti!
8. A14 blues


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Il ricordo è qualcosa che hai o qualcosa che hai perso? Elizabeth Loftus, nota psicologa della memoria americana afferma: “I don’t study when people forget. I study the opposite: when they remember.” La risposta sembrerebbe essere la prima; ma fermarsi alla superficie ci trarrebbe in inganno. Forse abbiamo romanticizzato la memoria come archivio di tracce mnestiche da cui attingere a propria discrezione, deteriorabili nel tempo ma comunque integre nella propria ossatura. Più probabile è invece che i nostri ricordi siano frutto di una ricostruzione cognitiva estremamente incline all’errore e coerente con le nostre aspettative. 

Poi c’è un altro significato di “memoria”: quello della tomba. Il sepolcro come luogo di memoria privata e collettiva a difesa del passato. Dietro quest’ultimo si scorge il senso del disco in esame; uno di quelli che vanno oltre l’ascolto superficiale ed eccezionale. Nel merito…

Luigi Tenco. Non il primo nome che viene in mente quando si parla dei Lantern, quintetto romagnolo tra i più rappresentativi in campo screamo e emocore attualmente in circolazione. Eppure è a partire da quel foro di proiettile che nel gennaio 1967 ci porta via uno dei pochi veri dannati della musica italiana che i Lantern tracciano il percorso del loro terzo album: “Ancora”. Il disco della cosiddetta maturità. E per chi scrive anche il più bello. Il che, dopo due ottimi dischi come “Noicomete” e “Diavoleria”, non era da dare per scontato. In cambio di una pistola, brano diviso in due parti ciascuna dotata di una propria autonomia, apre le danze trascinandoci in atmosfere esiziali dal crescendo continuo, con chitarre taglienti, ritmiche post-HC e tape in sottofondo. Un brano che già all’inizio condensa con estrema disinvoltura 20 anni di musica screamo. Ed è solo l’inizio.

Da una prospettiva più generale con questo terzo tassello dalle sole 8 tracce si iniziano a levigare tutti quegli elementi che ufficialmente liberano i Lantern dallo stereotipo di band emula dei Raein, raffronto di cui alcuni detrattori si sono giovati immeritatamente. La voce, ad esempio, aumenta estensivamente la propria portata. Certo, si alternano urla lancinanti a uno spoken word verboso e ipertrofico ed è un terreno a noi già noto, non troppo distante dagli intenti intellettualoidi e citazionistici di “Diavoleria”. La vera novità risiede nella capacità con cui vengono sfruttate le clean vocals,relativamente inedite fino ad oggi e dotate di grande capacità melodica.La seconda parte di In Cambio Di una Pistola è esplicativa a tal proposito, ma si pensi anche a un brano come Semaforo blu segnale per altre partenze, con un ritornello da sing-along senza il quale il brano risulterebbe una cover dei Saetia fatta dai Touché Amoré.

La punta di diamante però è Cimitero, che suona come la canzone che conosci da sempre; quella sensazione emotiva a te da sempre familiare e che necessitava solo di essere messa in musica. La dinamicità delle linee di batteria, la limpidezza delle chitarre e gli intrecci armonici delle stesse garantiscono la cifra melodica del brano il cui pathos è veicolato dalla voce e dal testo, entrambe dall’immenso potenziale espressivo. Non ce ne andremo soltanto dopo il nostro ultimo respiro: noi fuggiamo in ogni momento mentre il cuore continua a battere, con la mente o con il corpo. 

Il disco mantiene l’asticella in direzione di Plutone anche verso il finale: E Fermi Tutti!! segue le medesime coordinate di Cimitero ma in forma più immediata, regalandoci un pezzone dal finale fragoroso. A14 blues invece sembra quasi una provocazione relativamente all’intento di creare un brano deviante rispetto alle linee guida dell’intero disco, aprendosi a soluzioni più dilatate vicine ad un certo modo di intendere il post-rock. C’è pure il sax, per dire. La provocazione è vinta, e il pezzo è un altro capolavoro. Un plauso ad Arianna Pasini dei “Ricordi?” che ha contribuito a impreziosire ulteriormente questa perla. 

Lantern, in un periodo dove il timore dell’inaspettato diventa sempre più una sorta di precariato esistenziale, ci riportano con i piedi per terra attraverso un disco che unisce il passato con il futuro, la nostalgia per ciò che non c’è più all’apprensione per quanto non c’è ancora. Semplicemente uno dei migliori dischi italiani (e non) del 2018. 

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni