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Smashing Pumpkins – Shiny And Oh So Bright Vol.1/LP: No Past. No Future. No Sun.

2018 - Napalm Records
rock / alternative

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Tracklist

1. Knights of Malta
2. Silvery Sometimes (Ghosts)
3. Travels
4. Solara
5. Alienation
6. Marchin’ On
7. With Sympathy
8. Seek And You Shall Destroy


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Billy Corgan l’eterno indeciso. Billy Corgan che non sa dove stare da quando la prima parte della vita dei suoi Smashing Pumpkins si è conclusa col botto, che poi è “Machina”, il disco finale che tutti vorrebbero, quello con cui chiudi una carriera immensa e da cui non si torna. E invece sì: nemmeno sette anni dopo arriva “Zeitgeist” e già non se ne sentiva né il bisogno né nient’altro, e poi ancora l’operazione sbrodolata ed eccessiva “Teargarden By Kaleidoscope”, dalla quale però è uscito grosso come una casa “Oceania”, al quale non avrei dato una lira, e invece. Poi di nuovo oblio e lentezza, come un incubo dal quale non riesci a svegliarti, frammentato tra solisti francamente dimenticabili e progetti dal fallimento facile (in quanti ancora oggi si chiedono il perché degli Zwan?). Infine l’idea, l’illuminazione ipocrita di una vita fatta di proclami: torniamo tutti assieme. Meno D’arcy. Tutti incazzati, ma dai, Wretzky era solo un simbolo forte nel suo essere flebile, ma onestamente vi voglio vedere ad elogiarne i giri di basso, il songwriting (e quale?) e via dicendo. Quindi reunion, tour nostalgia con tanto di superscaletta autocelebrativa mostruosamente lunga, nonostante anni prima Corgan disse che mai e poi mai gli SP sarebbero diventati un baraccone di quel tipo, e alla fine venne il disco.

Ma anche no, per cortesia. Per carità, meglio che ci sia anche un disco nuovo in compendio alla rapina emotiva del tour di cui sopra, ma è una strada già intrapresa dai Faith No More con il risultato che si sarebbe potuto evitare. Però dai, un po’ di coraggio l’hanno avuto e così han chiamato a bordo Rick Rubin, il vero campanello d’allarme poiché negli ultimi 10 anni si è dato da fare producendo solo disperati allo sbando artistico, incassando lautissimi assegni (l’ha capito pure Jovanotti). E sì, il suo zampone su “Shiny And Oh So Bright” ecc. ecc. si sente, eccome se si sente: suoni vuoti e senza spazialità né personalità, gelidi e che ci rendono una band che non esiste più, da moltissimi anni. Ma Corgan è convinto, e se è convinto lui sono convinti tutti quanti. Che poi quand’è uscita Solara, or bene, mica ho detto “che schifo!”, anche se mi ci è voluto un attimo ad interiorizzare la cosa. Ma le chitarre graffiano, Chamberlin si muove benone come sempre e Iha e Schroeder sono invisibili come da copione, com’è sempre stato (ma con D’arcy al posto di Jeff). Billy è un po’ scarichino, ma nonostante l’età il pezzo fila col suo bel piglio rock aggressivo e sognante, che tira il giusto e non strafà. Bene. Il tempo di un secondo singolo (Silvery Sometimes (Ghosts), per la cronaca) e fine dei giochi perché se copi una tua hit immortale per tirare fuori un pezzo da poco e niente più che una risata – seppur amara – non strapperai.

Se tutti i pezzi fossero come il power pop tirato dell’incazzata Marchin’ On o l’heavy metal virato grunge-punk della conclusiva Seek And You Shall Destroy ci staremmo pure dentro con tutte le scarpe, invece il pezzo incomprensibilmente dedicato (?) ai templari (Knights Of Malta) fa cascare le braghe per la tristezza. Per non parlare dell’invereconda pochezza di Travels ed Alienation, che forse forse come b-sides di “Ogilala” avrebbero pure fatto una loro porca figura ma che qui le possiamo dimenticare il tempo di finire questo strazio di dischetto. Perché sotto la spessa coltre di futilità gira qualcosa, di sopito se volete, ma c’è ancora anche se sa di vecchio, già sentito e su dischi ben più potenti ma c’è un barlume di consapevolezza di sé, benché flebile e scostante.

Chiariamo subito: nessuno chiede agli Smashing Pumpkins di tirare fuori un disco nemmeno nella più distante delle orbite di un “Siamese Dream” ma neppure tutta questa inconsistenza e vacuità. Troppo altalenante, suoni mai all’altezza e l’album non va da nessuna parte se non in un freddo dimenticatoio live nell’attesa che si faccia una Bodies o una Try Try Try. Perché gli Smashing Pumpkins erano questo: alchemici usurpatori di sentimenti. Se togli il calore ad una falò finirai per crepare di freddo in una foresta sovrappopolata che non attende altro che tramutarti in concime per la prossima triste pianta sghemba.

Billy però assicura che il Vol.2 è in lavorazione e che quasi quasi lo faranno uscire nel 2019. Promessa o anatema? Non lo sapremo fino a quando non lo sentiremo. Intanto l’impressione che mi dà oggi il quartetto di Chicago è un po’ quella della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare che, all’ennesimo tentativo di battezzare la turbonave, colpisce in pieno la nuca di Fantozzi mandandolo a farsi il bagno. Speriamo che il prossimo non sia quello del dito mozzato del cardinale.

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