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Pharoah Chromium – Jean Genet. Quatre heures à Chatila

2018 - Self
elettronica / spoken

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Tracklist

A1. Une photographie a deux dimensions
B1. Saint Genet À Chatila


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Non sono assolutamente nuovo al sound di Pharoah Chromium, al secolo Ghazi Barakat. Ancor prima del complesso ed impegnativo “Gaza“, la sua collaborazione con Gunther Schickert OXTLR era un’esplorazione conora degna di nota, probabilmente già sentita, ma che sicuramente mostrava il gusto e le capacità di Barakat. Ma è stato proprio con il personalissimo lavoro “Gaza” che il Nostro ha saputo trascendere la dimensione aleatoria della musicalità ambient costruendo l’ambient da zero, utilizzando elementi non musicali (come spezzoni di tg, sottofondi di droni, ecc.).

Ecco, anche qui siamo nello stesso territorio: un disco essenzialmente parlato con un sottofondo sonoro. L’uscita è costituita da due tracce, così come “Gaza” (che documentava la guerra nei territori palestinesi attraverso contenuti storici e politici) anche se chiaramente il contesto è diverso. In questo caso Pharoah Chromium si concentra sui massacri di due campi di rifugiati a Beirut durante tre giorni di settembre del 1982: Sabra e Shatila. Il fato ha voluto che uno degli scrittori francesi più famosi del ventesimo secolo, capitasse a Beirut quando accadde tutto. Era uno dei primi stranieri che erano riusciti a entrare i campi e a testimoniare il massacro. Il suo testo 4 ore a Shatila è un diario poetico di quei crimini di guerra che gli occhi di Genet sono riusciti a vedere (durante 4 ore di tempo, appunto) – per chi fosse interessato a leggere la versione inglese dello scritto, trovate qui il link.

Gli estratti che sono stati scelti dal testo originale, sono letti da Elli Medeiros, conosciuta per le sue collaborazioni col polistrumentista Jacno.

Le due tracce fanno parte di un progetto più esteso dal nome “EROS + MASSACRE” che può essere ascoltato sulla pagina Bandcamp dell’artista.

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