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U.S. Christmas – Prayer Meeting

2018 - Hypershape Records
psychedelic rock / folk

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Tracklist

1. Death By Horses
2. Devil's Flower
3. Lazarus
4. Your Soul
5. Mantis
6. Norpo
7. Under The Nails
8. Queen Of The World
9. Darling Corey
10. Gengivitis
11. Out


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Prayer Meeting”, orgogliosamente edito dalla nostrana super indipendente Hypershape Records, arriva in un box di legno con la grafica marchiata a fuoco; al suo interno un sontuoso digipack apribile in quattro e una manciata di foglie, pezzi di corteccia dalle foreste degli Appalacchi, in North Carolina, tra il Pisgah National Forest e il parco nazionale Great Smoky Mountains, luogo di nascita di questo disco. Non si tratta solo di un ascolto, ma di una condivisione di un’esperienza, un rendere partecipe l’ascoltatore della propria vita, includerlo nelle proprie personali percezioni sensoriali dall’udito fino al tatto, dalla vista al profumo, il profumo di terriccio umido e di corteccia intrisa di rugiada che aleggia incontrastato nella foresta. Sto parlando degli U.S. Christmas, storica band psych rock affiliata alla Neurot Recordings, una formazione multiforme in grado di raggiungere picchi di sanguigno sludge metal, di delicato folk o di disturbate derive noise e psichedeliche. “Prayer Meeting” è il primo lavoro della band che non è mai stato pubblicato se non in copie molto limitate.

Come spiega anche il frontman Nate Hall sull’inlay del disco “questo è stato il primo demo degli U.S. Christmas, ma come primo demo noi abbiamo registrato un intero album”. Un’operazione di archeologia musicale quindi, come dissotterrare un tesoro nascosto da tempo immemore, un tesoro che non ha mai perso nulla della sua originale lucentezza. ll tempo sembra essersi fermato in questo disco, o addirittura sembra essere stato mescolato e scombinato in un mix letale di periodi storici tra loro diversissimi ma complementari. C’è il folk di lunga tradizione americana, c’è lo psych settantiano, c’è lo stoner degli anni duemila, ci sono addirittura lontani echi dei nativi americani, ma soprattutto c’è anche una fortissima componente personale che trascende tutti gli stili e tutte le epoche. Non si può distinguere un solo genere nella musica degli U.S. Christmas solo un assoluto bisogno espressivo profondamente ispirato e reso in maniera così naturale da essere quasi disarmante nella sua onestà intellettuale ed artistica.

Qualche parola sulle modalità di registrazione di questo disco, solo pochi brani sono usciti da un vero studio di registrazione, tutti gli altri sono stati registrati autonomamente dalla band spesso in condizioni del tutto discutibili, ma anche questo contribuisce a rendere il disco credibile e particolare nelle sue sonorità, fosse stato prodotto da un mega studio in modo perfetto non avrebbe avuto sicuramente lo stesso fascino. A volte sembra che qualche strumento sia rotto o che qualche suono sia sfuggito al controllo del fonico, ma non è mai così la sensazione trasmessa è precisa ed è voluta, ogni suono sporco ogni ambiente aggiuntivo contribuisce a fare sentire l’ascoltatore vicinissimo alla band quasi all’interno della salaprove in cui i brani sono nati.

Sembra quasi che non sia un disco registrato apposta per essere pubblicato ma piuttosto che qualcuno abbia rubato per se stesso i momenti intimi e personalissimi di questa talentuosa band in erba e che il bottino sia poi in qualche modo trapelato dopo molto anni ad una etichetta che, innamorata perdutamente di questa gemma musicale, ha deciso di darle giustizia pubblicandola. È solo fantasia la mia, ma credo che la realtà delle cose non sia poi così distante!

Prayer Meeting” è un disco che va ascoltato più di una volta per apprezzarne a pieno tutte le sue sfumature, vi avviso però che potrebbe creare estrema dipendenza, non riuscirete più a staccarvi da quel mondo lontano ma vicino, da quei suoni sporchi ma sorprendentemente perfetti, da quella musica estranea ma spaventosamente familiare.

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