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Viscera/// – City Of Dope And Violence

2018 - Third-I-Rex / Toten Schwan Records
post metal

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Tracklist

1. Marauders
2. C.O.D.A.V
3. Spirit Of '86


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Mi aspettavo qualcosa di decisamente più estremo da una band come i Viscera/// ma sono stato piacevolmente sorpreso da questo nuovo “City Of Dope And Violence”. Si tratta di una ventina di minuti di musica, due lunghe tracce un interlude. La prima traccia Marauder è l’unica in cui sentiamo qualche parte vocale in scream completamente assenti per tutto il resto dell’EP, che lascia maggior spazio alla melodia poco utilizzata nella discografia della band e per questo davvero inaspettata.

Non è facile spiegare come mi sento, trovo che l’EP sia indubbiamente piacevole all’ascolto nel suo malinconico e annoiato incedere, tuttavia sento che qualcosa snatura l’idea della band che ho sempre avuto fino ad ora. Un’operazione coraggiosa questa dei Viscera///, i riff granitici e le batterie indisponenti ci sono ma il largo utilizzo delle melodie mi porta a qualcosa di decisamente più commerciale rispetto alle usuali voci demoniche e rituali. Ora la volontà della band probabilmente è stata proprio quella di spiazzare l’ascoltatore e magari di arrivare anche ad orecchie diverse, sicuramente comprensibile ma totalmente inusuale per una band che si è costruita un nome non indifferente nella musica estrema.

Alcune linee di voce e in generale la semplicità delle strutture, seppur molto lunghe, pur rendendo fruibile l’ascolto, fanno desiderare qualcosa che non arriva mai. Mi aspettavo una parte distruttiva un trapano pneumatico nei timpani, e invece niente. In compenso la soave voce di Michele, aiutato per la traccia Spirit Of ’86 dagli evocativi vocaleggi spiritati di Vespertina, mi accompagna fino alla fine dell’EP. La scrittura delle lyrics riporta degli interessanti spunti poetici e immaginativi, come quello della noia dell’esistenza e l’impotenza di fronte a questa condizione, una frase potente su tutte “Certain days I’d be ripping off my face” incipit del secondo brano Spirit Of ’86 ma anche “The distance grows like solid void”, il bruciare e il vuoto ritornano spesso nei testi di “City Of Dope And Violence” forse a voler espriemere il senso di qualcosa che finisce per sempre creando un vuoto incolmabile.

Mi permetto un appunto, ci sono alcune parole che mi distraggono e mi fanno pensare ad un altro tipo di immaginario, mi riferisco a espressioni come “oh baby” oppure “easy peasy”, uno slang forse forse più adatto ad una band pop o indie rock che ad una realtà sperimentale come i Viscera///.  Qualche bella parola sull’interlude dove sentiamo le registrazioni di un’intervista probabilmente a proposito di una tragedia non definita, accompagnate da un tappeto elettronico profondo e oscuro. I campionamenti di discorsi hanno sempre il potere di emozionare e di evocare uno scenario completo fino quasi ai capelli bianchi e al grembiule a fiori della signora che parla contrita per quanto avvenuto.

In conclusione “City Of Dope And Violence” è un modo per vedere i Viscera/// vestiti di un abito più leggero ma non per questo meno intenso, la malinconia e la rassegnazione esistenziale permeano pesantemente ogni nota trasportando l’ascoltatore da una sorta di limbo senza luce e senza uscita privandolo di ogni capacità di reagire o ribattere immergendolo in una viscosa sostanza nero pece dalla quale è impossibile liberarsi.

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