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GOLDENGROUND: Lord Of The Logos

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Esiste un mondo sommerso, una selva di persone, passioni e cuori che stanno dietro alla musica e che ogni giorno la nutrono con amore paterno, nascosti dietro le quinte della scena. Goldenground va a scavare negli intricati tunnel dell’underground per portare alla luce le scintillanti pepite d’oro sparse in tutta italia e per dare voce a chi è solito dare voce alla musica.

Lord Of Logos

Non tutti sanno che il disegno e la creazione di logotipi o più semplicemente di loghi, è un’arte a sé che richiede conoscenza, professionalità e dedizione. Non tutti sanno inoltre che esiste una persona che di loghi ne ha disegnati migliaia sia per band che per persone o attività, sto parlando di Christophe Szpajdel, conosciuto ai più come Lord Of The Logos. Si tratta di un ingegnere forestale di origini belghe che opera in Inghilterra, i suoi lavori comprendono per lo più loghi di band metal, una su tutti gli Emperor, per un periodo di attività di oltre tre decadi.

Di recente è stato protagonista di una mostra presso la libreria La Cité a Firenze inclusa nel festival invernale dell’etichetta Dio Drone. La mostra è collegata artisticamente alla performance del produttore britannico Adrew Liles e di Maniac, primo cantante dei leggendari Mahyem, che ha dedicato al lavoro pluriennale di Szpajdel la loro performance live al Cinema Castello durante i concerti di AEON (ovvero l’ottavo Dio Drone Fest). Da questo live sarà inoltre tatto un disco a cura di Archeological Records che porta lo stesso nome della mostra di Lord Of The Logos, ovvero “Darkening Ligne Claire”.

Ho avuto l’occasione di incontrare Christophe al Cinema Castello, un incontro inusuale e inaspettato. Vista la particolarità di questa chiacchierata/intervista ho pensato di raccontarvela proprio come è accaduta attraverso un breve racconto. Il racconto parte dal momento in cui ho visto Christophe per la prima volta.

Era un pomeriggio freddo d’inverno, il sole era appena tramontato e c’era nell’aria quella pioggia misto nebbia così piccola da non vedersi neanche, ci si accorge che c’è perché i vestiti diventano sempre più pesanti e le ossa sempre più umide. Un piccolo bar dal sapore di almeno cinquant’anni fa, è l’anticamera all’entrata di un cinema ai margini della città di Firenze dove la stessa sera si svolgerà l’ottava edizione del Dio Drone Fest. Un uomo apre la porta del bar con una mano mentre con l’altra regge un pesante quaderno da disegno e chiede “Questo è il Cinema Castello?”.

Si tratta di Christophe Szpajdel, conosciuto dai più come Lord Of The Logos. Spinge la porta del piccolo bar, entra nell’atrio del cinema e si piazza vicino al merch degli Zu, di Liles /Maniac e degli WOWS, cioè le band che si esibiranno la stessa sera ed inizia subito a decorare alcune tavolette di pietra con delle citazioni poetiche utilizzando la sua splendida arte del logotipo.

Lord Of Logos

Mi sento magneticamente attratto dall’aura di questo personaggio e chiedo in giro se fosse possibile parlargli, ovviamente mi viene detto di si e mi viene anche detto che Christophe non è una persona come le altre, la sua mente lavora sempre e potrebbe sembrare che non ti sta prendendo in considerazione mentre ti parla. Ma in realtà non è così, l’attenzione è sempre massima come anche è grande la sua empatia e sensibilità. Qualche ora dopo, durante la cena, mi avvicino a Christophe e gli spiego che scrivo per una webzine italiana che sarebbe interessata a fargli qualche domanda, lui da subito si dimostra entusiasta verso questa iniziativa. In un italiano sorprendentemente corretto mi propone di spostarci in un’area meno affollata per iniziare subito a parlare.

Ci spostiamo quindi vicino all’entrata del cinema ed io inizio a registrare con il cellulare e noto una minima tensione in Christophe, quindi cerco di metterlo a suo agio spiegandogli che registro solo per appuntarmi ciò che diciamo e che non pubblicherò la sua voce, quindi lui si tranquillizza. Inizia illustrandomi la sua attività del momento, cioè le citazioni su lastre di grafite. Sono oggetti bellissimi sembrano delle iscrizioni medioevali arcaiche da un’altra linea temporale e riportano degli spunti motivazionali per la vita di tutti i giorni, dei consigli su come rispettare la propria anima e quindi crescere, ad esempio su una è scritto “Chi esita è perduto” su un’altra “Non conta da dove vieni, l’unica cosa che conta è dove stai andando” e ancora “io sono padrone del mio destino e capitano del mio spirito”.

La frase che Christophe sta scrivendo in quel momento è invece “Non puoi mai sapere cosa un’altra persona sta provando, qualche parola gentile può aiutare una persona molto più di quello che pensi”, presa a prestito da uno scrittore greco, e la declama con fierezza, come un motto di vita. Gli chiedo quindi se è una citazione in cui si rivede e lui conferma mostrandomi anche la parte del suo quaderno dove è appuntata la citazione. Inizia a delinearsi il profilo di un uomo molto profondo, con un animo buono e una mente immensamente creativa. Certo, i suoi loghi e i suoi lavori sono spesso legati al metal ma come al solito l’apparenza inganna, la gentilezza e la delicatezza di Christope sono encomiabili, un animo puro e cristallino di chi ha avuto una vita non sempre semplice, che sa cosa vuol dire essere felici e cosa vuol dire soffrire ed è per questo di grande conforto a qualsiasi suo interlocutore.

Passiamo poi a parlare del suo lavoro più importante, quello dei loghi. Il numero dei lavori fatti è impressionante, sono più di diecimila, in più di trent’anni di attività per band, persone e attività di tutto il mondo. Le band trattate sono di varia natura, dalle band di culto del black metal come gli Wolves In The Throne Room fino ai Metallica e addirittura a Rihanna. Christophe è il più prolifico disegnatore di loghi probabilmente al mondo, non si ferma mai, scrive sempre, per tutta la durata della nostra chiacchierata non ha mai smesso di curare amorevolmente le sue tavole con le citazioni. Una passione così grande da sentirne il peso ed insieme l’intensa autenticità di un inesauribile bisogno espressivo.

Lord Of Logos

Gli chiedo quindi come è iniziata questa avventura nel mondo dei loghi, Christophe mi spiega che già dagli anni settanta aveva sviluppato un forte interesse per la materia tanto che verso la fine degli anni ottante iniziò mettere la sua già consistente conoscenza al servizio di band che erano sprovvisti di loghi e ha iniziato così a disegnare i primi lavori originali coniugando così finalmente “il piacere, la passione e l’utilità”.

Sono curioso quindi di sapere di più sul processo creativo che porta alla nascita di un logo, chiedo quindi se è solito ascoltare la musica della band per cui dovrà prestare la sua opera. Mi risponde che la musica è “richiesta sempre”, è necessaria e propedeutica al disegno su carta. Il logo poi viene “schizzato” sul suo sketch book in varie versioni, tutte diverse, vedo delle pagine con anche dieci differenti versioni dello stesso logo. Dopodiché parte il confronto con la band, il gruppo spesso ha altre cose in testa rispetto all’interpretazione di Christophe, ci sono dei gruppi che vogliono un logo ispirato magari ad uno stile completamente diverso da quello che canonicamente di fa per le band del loro genere, ad esempio ci sono band balck metal che vogliono un logo ispirata allo stile liberty, oppure band death metal che vogliono un logo ispirato all’art nouveau, non è mai facile accontentare i desideri di un cliente.

Christophe su questo argomento si apre un poco dicendo che ci sono clienti molto difficili che gli richiedono un impegno maggiore di altri, per queste band si impegna a fare molti sketch per cercare di incontrare il loro gusto. Ci sono inoltre band che si rivolgono a più artisti contemporaneamente e addirittura il lavoro, seppur avendo profuso impegno e tempo nella sua realizzazione, a volte non viene accettato. “It’s not what we’re looking for” con un tono malinconico mi riporta la risposta che a volte riceve dai suoi clienti, tuttavia per qualcuno che o fa tribolare migliaia di altre band accettano e portano il vessillo creato da Christophe come loro effige durante tutta la loro carriera.

Ormai siamo entrati in sintonia, mi spingo quindi a chiedere qualcosa di più personale, e cioè com’è una sua giornata tipo. Mi stupisco della risposta “mi sveglio al sorgere del sole”, qualcosa che avrebbe potuto dire qualche cavaliere errante del medioevo o qualche contadino antico. Quindi sì, d’estate ci si sveglia prima e d’inverno un po’ più tardi. Mi spiega che la mattina è completamente dedicata all’attività creativa, è il momento migliore della giornata, secondo Christophe perché il cervello è riposato e lavora meglio. Inoltre mi dice che dedica un’ora a chiacchierare con i clienti, a ricevere i feedback dei suoi sketch oltre che le richieste di nuovi lavori. Quando c’è uno sketch scelto, allora viene sviluppato, dopodiché Christophe riserva lo scanner della biblioteca per scannerizzare i suoi lavori e inviarli ai richiedenti. Mi dice poi che alle tre del pomeriggio inizia il lavoro alla Coop, e alle dieci torna a casa e va direttamente a dormire.

Lord Of Logos

Non un tipo da feste pazze quindi, una persona normale che lavora come tutti e che dedica il suo tempo libero alla sua passione più grande con piacere e dedizione costante e metodica. Siamo quasi alla fine della chiacchierata, vorrei sapere qualcosa sul festival a cui sta partecipando, mi spiega che Archeological Records lo ha contattato per collaborazione ad ampio raggio che comprende la sua esposizione alla libreria e una performance musicale di Liles e Maniac dedicata ai suoi lavori. Come anticipato il loro show porta lo stesso nome della mostra “Darkening Ligne Claire” e scaturisce da uno studio dell’attività sui logotipi ma anche delle fotografie di Christophe, lato che non è mai stato approfondito se non da Giulio di Archeological Records ma che, secondo le parole di Christophe, è stato “messo a valore attraverso la musica di Liles e Maniac”. Sono molto curioso di risentire le registrazioni della performance, vi anticipo che il disco che ne uscirà sarà qualcosa di estremamente noise, surreale e oscuro. Maniac ci ha lasciato di stucco con una performance corporale, completamente immersa nel suo mondo, al punto che mi stavo chiedendo se fosse ancora un concerto quello a cui stavo assistendo. Arriverà non so quando ma quando arriverà ne parleremo, ad alcuni di voi sicuramente potrà piacere.

Dopo avermi spiegato il suo collegamento con il festival mi chiedere nel suo italiano cadenzato “Hai altre domande?” capisco che è giunta l’ora di lasciare Christophe alla cura delle sue tavole con le citazioni ma prima di congedarlo mi preme chiedere come si è trovato con le band italiane con cui ha lavorato. Mi rassicura dicendo che con gli italiani si è sempre trovato benissimo, addirittura con alcune band ha lavorato nei primi anni novanta, segue una sciorinata di nomi di band terrificanti, molto balck e molto death di sicuro, non li riporto per non sbagliare a scriverli.

L’esperienza di conoscere il signore dei Loghi è stata qualcosa di catartico, fuori dal tempo. Christophe ha una rara personalità che è propria dei veri artisti; la sua presenza non passa mai inosservata, dal primo momento in cui l’ho visto varcare la soglia del Cinema Castello ho capito che non era uno spettatore o un tecnico, il suo linguaggio del corpo e il suo fare gentile hanno lasciato subito il segno. Tutta la chiacchierata è stata una continua scoperta, un viaggio dentro la mente e le opere di una persona profondamente legata alla musica, anzi che alla musica permette di esprimersi e di presentarsi nel modo corretto anche visivamente.

Sono stato davvero felice di aver avuto questa conversazione con Christophe, è una persona di grande ispirazione per me per la sua semplicità, la sua passione e la sua autenticità, sia a livello personale che a livello professionale. Lord of the Logos è contattabile attraverso le sue pagine facebook, se state pensando di scrivergli non esitate, sarà sicuramente felice di aiutarvi.

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