Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Failure – In The Future Your Body Will Be The Furthest Thing From Your Mind

2018 - PIAS Recordings
alternative rock / space rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Dark Speed
2. Paralytic Flow
3. Pennies
4. Segue 10
5. No One Left
6. Solar Eyes
7. What Makes It Easy
8. Segue 11
9. Found A Way
10. Distorted Fields
11. Segue 12
12. Heavy And Blind
13. Another Post Human Dream
14. Apocalypse Blooms
15. Force Fed Rainbow
16. The Pineal Electorate


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Dopo aver ascoltato sia l’unico singolo, Dark Speed, che l’intero album, “In The Future…” per la prima volta da quando mi sono imbattuto nella discografia della band, onestamente, la delusione era il sentimento piu ovvio. L’album è lungo, composto da 16 tracce quasi tutte al di sopra di quattro minuti ciascuna tranne che per le classiche strumentali Segue 10, 11 e 12, ed infatti dopo il secondo ascolto la mia opinione non cambia. Al terzo tentativo succede qualcosa che non mi spiego, la realizzazione di essere di fronte ad uno degli LP di spicco del 2018.

I Failure sono il classico esempio dei musicisti che calcano il proprio sentiero musicale, senza l’input o la pressione dell’ambiente e della critica, e fanno del perfezionismo il mantra sul quale stabilire la pura leggenda sonica che li distingue. Oscillando tra il pop, l’alternative e lo space rock e provocando una nostalgia irrazionale spiegata in parte dall’inclusione di Pennies (traccia remixata, allungata ed aggiornata, uscita nella compilation del 2004 “Golden”, ma che appartiene ai tempi dei demo dei primi anni ’90).

Definire orecchiabili canzoni come No One Left, Solar Eyes o Found A Way quindi non è banale. È una dichiarazione di creatività con l’intento di sfidare quella stessa banalità che intorpidisce il panorama musicale dei nostri tempi. Infatti rispetto all’album che segnò il loro ritorno sulla scena dopo quasi vent’anni, “The Heart Is A Monster” del 2015, “In The Future…” sta viaggiando sotto i radar dei critici con poco più di un paio di recensioni ed interviste da pubblicazioni indie seppellite nell’oblivio di quello che si trova dopo la seconda o terza pagina dei motori di ricerca. Paura eh?

Ha contribuito a questo anche il metodo enigmatico usato dalla band per la pubblicazione dell’album, rilasciato in quattro pezzi da marzo a novembre, e con minima pubblicità anche sui loro social e sul loro sito ufficale. Il sottoscritto spera, anzi scommette, che la stessa sorte riservata al loro acclamato capolavoro “Fantastic Planet”, snobbato per anni prima di essere stato riconosciuto, si ripeta presto con “In The Future…”. Basta chiedere a Maynard: i Failure sono la band preferita della tua band preferita.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni