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Le Scimmie Sulla Luna – Terra!

2018 - La Rivolta Records
math rock / alternative rock

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Tracklist

1. Sakiamuni (Mare del Freddo)
2. Porno (Mare delle Nubi)
3. Sequencer + Mammut (Mare della Pioggia)
4. Livingston (Mare della Crisi)
5. Isola (Mare della Fecondità)
6. Onde (Mare della Serenità)
7. Arcadia (Mare della Tranquillità)
8. Segnali (Mare del Nettare)


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L’album di debutto dei leccesi Le Scimmie sulla Luna è un disco troppo difficile e ridondante, per essere un disco a lunga gittata col quale debuttare. Credo infatti fortemente che troppa sperimentazione, troppe congetture e troppo logorio artistico creino un divario miseramente incolmabile tra aspettativa e risultato. Un disco d’esordio deve essere il manifesto politico, la dichiarazione di intenti di una band, nulla più. Al di là del genere proposto, al di sopra della soggettività e degli interessi musicali dell’ascoltatore, “Terra!” è troppo alienante, ma alienante nel senso hegeliano del termine: non instaura un dialogo con chi l’ascolta, e le storie che racconta sono concettualmente poco interessanti, rarefatte. Musicalmente, però, è necessario sottolinearlo, non ci sono sbavature. La materialità di un post-rock strumentale complicato e ricercato è degna di una cultura sulla quale, secondo me, Le Scimmie sulla Luna hanno molto da insegnare e sulla quale avrebbero dovuto calcare più il polso.

L’inizio con Sakiamuni ha una buona presa, strizzando l’occhio a Giardini di Mirò, Offlaga Disco Pax e qualcosina di Chicago. Anche la successiva Porno port a termine un discorso di giri e riprese post-punk determinati da ottimi spunti, ma questa è una caratteristica di tutto questo “Terra!”: accenni, licenziosità prescritte e poche idee per smuovere realmente l’animo di chi segue la musica. Sequencer è troppo schizofrenica, al limite della noia, così come Onde. Livingston è invece di gran lunga il pezzo del disco che preferisco: ricorda i Red Sparowes dello split con i Gregor Samsa, di quando, cioè, bastava un controtempo scritto bene e un attimo al di sopra delle righe per dare vita ad un nuovo genere. Semplice.

Scrivere un disco strumentale così lungo e tentacolare, dedicandolo concettualmente alla Luna, non è una cosa facile e sicuramente questo, alle Scimmie sulla Luna, va riconosciuto. Ma non posso ammettere che “Terra!” possa esser un disco che ascolterò ancora. Una nota di merito va infine a La Rivolta Records, che non conoscevo e che a prima vista sembra impegnarsi molto in una landa desolata quale quella in cui stanno nascendo gruppi come Le Scimmie sulla Luna (ex Teenage Riot), dando visibilità a realtà locali lasciando in disparte sommarietà e sapidità nelle scelte artistiche.

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