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Interviste

Intervista agli HYMN FOR HER

Hymn For Her

Quando ti capita di chiamare al telefono Lucy Tight non sai mai da che parte del mondo si trovi perché raramente la troverai nella sua casa in Florida, quello che è certo è che la troverai insieme al suo compagno di vita e di musica Wayne con il quale da’ vita agli Hymn for Her, duo country rock alternative, itineranti per gran parte del tempo.

Tu e Wayne suonate insieme da tanto tempo. Raccontami un po’ la vostra storia. Come vi siete conosciuti?
Lucy: Ok, Io lavoravo in un negozio di musica in Pennsylvania e lui (Wayne ndr) viveva dall’altro lato della strada e veniva da me a comprare corde per la chitarra e abbiamo cominciato a fare delle jam insieme, suonare o cantare alcune melodie, è stato molto tempo fa e molto lontano da qui In una galassia molto molto lontana, come ti sembra questa frase per l’intervista? (ride ndr)

Mi sembra perfetta. Nel vostro nuovo album sento un cambiamento rispetto al precedente, siete sempre stati autori di molti stili differenti quali country blues, folk, alternative ed elementi di psichedelia, sento una maggiore cura nei suoni e negli arrangiamenti, com’è stato il processo creativo che ha portato a “Pop n’ Downers”?
Lucy: Beh sì è vero, è molto diverso dal precedente “Drive Till You Die”, che è stato registrato dopo un lungo periodo di viaggi e spostamenti negli USA ed era una sorta di Ode alla nostro furgone che raggiunse le 500.000 miglia in quel periodo e allo stesso tempo, una celebrazione della vita on the road americana, mentre “Pop n’ Downers” è nato dall’essere venuti in Europa per 3 estati intere di seguito, questi viaggi nel vecchio continente ci hanno ispirato molto e fatti andare in una direzione diversa, è una continua crescita che compiamo viaggiando, ti dirò, il prossimo album sarà ancora molto diverso.. continuiamo a crescere viaggiando, è un continuo cambiamento per noi e per la nostra musica!

Quindi quanto viaggio c’è nelle vostre canzoni?
Lucy: Sono completamente fatte di viaggio, è quello che facciamo, viaggiamo, suoniamo di fronte a stranieri che a volte diventano amici, sai, tutti questi pezzi di esperienza sono raccolti e messi nelle canzoni in un modo o nell’altro. Non siamo quasi mai fermi, o lavoriamo alla musica, o siamo in tour o stiamo scrivendo o stiamo registrando, questa è la nostra vita.

Quindi voi girate i mondo, girate tutti gli Stati Uniti, e quasi ogni anno, d’estate girate tutta l’Europa, questi tour sono sempre auto-finanziati, come ci riuscite?
Lucy: Sì, esatto, è tutto auto-finanziato. Beh, come funziona? Diciamo che tutti i soldi che facciamo suonando in continuazione vanno nei tour e nelle promozioni, nelle stampe dei dischi e cd, giriamo e suoniamo e anche quando siamo stanziali in un posto per un determinato periodo, continuiamo a fare concerti… e in Florida mentre mia figlia era a scuola ho anche lavorato per Uber per tirare su due soldi in più (ride nda).

Hymn For Her

Quali sono i locali in cui suonate?
Lucy: Suoniamo in Club, Festivals, Bar, concerti privati in casa, eventi all’aperto, noi facciamo praticamente tutto , quindi è un’esperienza diversa tutte le volte, tipo ad Halloween eravamo in Kansas, nostra figlia voleva andare a fare “dolcetto o scherzetto”, perciò siamo scesi in centro e tutte le attività della città lanciavano caramelle ai bambini quindi siamo stati inondate di caramelle ed è stato bellissimo, una cosa molto diversa dall’andare porta a porta come si fa di solito perciò quello che voglio dire è che la vita itinerante è una sorpresa continua, non sai mai quello che ti aspetta dietro l’angolo.

Come è la scena musicale, quella che conosci bene, quella dei musicisti on the road e come stanno reagendo alla situazione politica odierna?
Lucy: Onestamente ogni musicista che conosco è fermamente contro la politica di Trump, non credo ci sia alcun musicista che lo supporti, a parte alcune eccezioni molto lontane dal nostro giro. La situazione politica mondiale sta diventando una completa pazzia.

Questo ha un effetto sulla scena musicale, o sulle vostre canzoni?
Lucy: Sì, in “Pop n’ Downers” ha sicuramente un effetto, nella musica, alcune canzoni hanno un tono politico pur non essendo noi una band politica ma in questi tempi è difficile non diventarlo, perché stai cercando di prenderti cura di quello che ti circonda.. l’ambiente, la natura… per la prossima generazione.

Parlando di future generazioni, mi viene in mente il pezzo di apertura “Blue Baloons” che è un pezzo fantastico, com’è nata quella canzone?
Lucy: Wayne si trovava in un YMCA e ha sentito questi grassi ragazzi bianchi parlare di come non glie ne frega un cazzo del pianeta e da lì abbiamo avuto l’idea e abbiamo sviluppato il tema dell’importanza della salvaguardia dell’ambiente e l’abbiamo messa nel pezzo. Ci abbiamo lavorato e due nostri amici Brasiliani hanno fatto il video.

Ecco, anche in Brasile le cose non vanno proprio bene
Lucy: Infatti, sentivo l’altro giorno i notiziari, in effetti è una situazione mondiale negativa che sentiamo tutti, non è un problema di quartiere, sono ondate che arrivano da tutte le parti e tutti le stiamo accusando.

Tornando alle canzoni dell’album, un’altra tra le mie tracce preferite dell’album è “Yard Sale”,non so, mi sembra un bel testo metaforico, ho il sospetto che sia molto personale, mi ha toccato molto, sono corrette le mie impressioni?
Lucy: Sono molto contenta che ti sia piaciuta, è in effetti una canzone sulla cura, sul curarsi e curare persone dal dolore che tocca tutti gli esseri umani, e ti cambia ti rende una persona differente qualunque cosa sia.

Hymn For Her

Quali sono le vostre maggiori influenze musicali?
Lucy: Beh vediamo, sono sempre stata fan di Jeff Buckley, Wayne e io abbiamo sempre ascoltato i Led Zeppelin e Wayne è cresciuto con Van Halen e Xtc, io amo Ray Charles, Johnny Cash, Willie Nelson, Patsy Cline, Joni Mitchell, Wayne ama Francis Black dei Pixies, poi siamo molto influenzati dai nostri amici, avendo tantissimi amici musicisti ci sentiamo ispirati anche da loro.

Certo, ora, rivolgendoci ad un pubblico italiano per esempio, se dovessi dire a qualcuno di venire a vedere gli Hymn for Her, cosa gli dovrei dire di aspettarsi ad un vostro concerto?
Lucy: Tanta gente dice che siamo a metà strada tra gli Amish e gli Hell’s Angels, oppure che dal vaso di Pandora escono due Hillbillies con strumenti elettrici, mi fanno sorridere queste definizioni che ci hanno dato perché suoniamo talmente tanti generi e copriamo tanti stili che è difficile spiegare il nostro sound, non suoniamo come nessun altro, a volte abbiamo un sound molto grande e a volte molto piccolo, non so se mi spiego, poi facciamo ridere, facciamo piangere, ricordiamo alla gente alcune cose e glie ne facciamo dimenticare altre!

Grazie mille Lucy del tuo tempo! Ci vediamo in giro allora!
Lucy: Grazie a te per l’intervista!

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