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Sascha Funke & Niklas Wandt – Wismut

2019 - Multi Culti
Deep-house / electro / folk

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Tracklist

  1. Lobotomie
  2. Die Säge
  3. Umarmung Aus Holz
  4. Fu?r Die Paar Heller

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Sascha Funke è un dj e produttore tedesco con più di vent’anni di carriera nel mondo della musica elettronica. Famoso per le sue uscite con Kompakt e BPitch Control di Ellen Allien, ha partecipato al film Berlin Calling con protagonista Paul Kalkbrenner con la traccia Mango, o a fianco della compagna Julienne Dessagne con lo pseudonimo Saschienne, producendo il disco “Unknown”.

Nel gennaio del 2019 è uscito il disco “Wismut” in collaborazione con Niklas Wandt (percussionista, dj e produttore tedesco). L’Ep ,composto da quattro tracce, è un’operazione medica, oltre che musicale. Un’analisi psichiatrica e psicologica del suono con conseguenze nei confronti dell’ascoltatore. Infatti, dopo l’ascolto di qualsiasi stile musicale si ha un cambiamento della personalità, rinvigorito o depresso a seconda delle tonalità e delle melodie. Nel caso di “Wismut”, l’analisi freudiana non è molto chiara. Saturo di scie sonore, riff di chitarra, influenze afro -percussioni, bonghi-, minimal e deep-house, il duo di psichiatri/musicisti opera una e vera e propria lobotomia (titolo di una delle tracce del disco). La lobotomia, operazione che asporta una parte del cervello, utilizzata per curare malattie depressive e schizofreniche comporta un cambiamento radicale della personalità. Comportamento infantile, sguardo perso per ore e linguaggio disconnesso sono solo alcune delle conseguenze di questa pratica, evoluta negli anni.

Alcuni di questi effetti sono causati dall’album dei due artisti. Uno di questi è il ritorno a delle caratteristiche spudorate, volte alla sudorazione e alla sfrontatezza. Basta perseverare un minimo e la fissazione per le pareti è pronta. Il ritorno all’adolescenza o all’infanzia è causato dal ritmo minimal, rullanti, bassi, ma soprattutto riff di chitarra che colorano il disco di tonalità cromatiche e sonore impresse su di una radiografia da cui difficilmente si distoglie lo sguardo e l’udito. Nella prima traccia, Lobotomie, le sonorità richiamate sono la chiara trasposizione di ciò di cui si parla. La voce che compare ad intervalli, è quella rassicurante del medico prima dell’operazione per la riuscita dell’intervento. Continuando con atmosfere che declinano le responsabilità dell’ospedale da qualsiasi danno subito, il vocal echeggiante e riverberato simula le ultime parole udite sul lettino prima di avviarsi in sala operatoria. Strumenti a fiato a fine traccia danno quel tono di surreale, come se i medici accorsi in massa a studiare il caso con la lingua di fuori continuino a battere le mani con lo stetoscopio al petto.

Proseguendo con la seconda traccia, Die Säge, lo scorrere delle lancette durante l’operazione racchiude l’attesa e l’ansia del risultato. I suoni di un synth si elevano leggermente dal profondo tunnel di voci che rimbombano nella testa del paziente. Una soundtrack da film, cantata, salta da armoniche maggiori a quelle minori, dal bemolle al diesis, alleggerendo il corpo dopo l’iniezione di morfina. Un tedesco greve e grave, espresso in filastrocca, di fianco ad una melodia su tastiera più banale che articolata. Il bello è proprio questo. La semplicità del suono entra nelle personalità evolute con semplice folklore ed hats vibranti che segnano la felicità di essere stupidi in un mondo di stupidi, accettando di poterlo diventare, aspirando ad esserlo più degli altri.

La terza traccia Umarmung Aus Holz abbraccia il risveglio. Doloroso, duro, spigoloso. Un abbraccio di legno. Gli arti rigidi, ruvidi, freddi, privi di calore umano. Bassi più angoscianti e malinconici, sbriciolano l’intelletto del paziente-ascoltatore, nascosto dal sentimento barcollante di non sapere dove ci si trova e di chi si è. Tra sussulti tribali e di batteria ritorna la chitarra, tra un ponte di Varolio che non esiste più, e un ricordo sfocato del paesaggio linguistico. Racchiuso in una chitarra dalle melodie oriental-funky, risorge lo strato più preistorico dell’animo umano: il silenzio e l’incapacità di comunicare.

Uno dei casi più famosi di lobotomia fu quello della sorella di J.F.Kennedy. All’insaputa della famiglia il padre del poi presidente americano sottopose la figlia alla lobotomia, a causa dei continui sbalzi di umore. A seguito dell’operazione gli sbalzi sparirono, ma la ragazza regredì ad uno stadio infantile, divenne incontinente e rimaneva a fissare per ore le pareti, cambiando cronicamente la sua personalità. “Wismut” di Sascha Funke e Niklas Wandt è un buon espediente per sottoporsi alla lobotomia, quella musicale, da cui non si ritorna più.

 

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