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Edda – Fru Fru

2019 - Woodworm
pop

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Tracklist

1. E se
2. The soldati
3. Italia Gay
4. Edda
5. Vela bianca
6. Vanità
7. Samsara
8. Abat-Jour
9. Ovidio e Orazio


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A due anni da “Graziosa Utopia” torna lui: l’unico, inimitabile, inarrivabile, inclassificabile Edda, uno dei personaggi più ammirati e controversi del panorama italiano, mito adolescenziale di molti di noi seguaci della scena hardcore e alternativa milanese a cavallo tra gli ultimi due decenni del secolo scorso e capace di generare sentimenti a dir poco contrastanti, diciamo da conflitto interiore.

Stefano, che è da sempre un ragazzotto superficiale, anzi no, profondissimo, di una profondità insondabile, anzi no, è solo sciocco, no, è un maestro… insomma, con una strofa ti prende il cuore, ti fa volare, con la successiva ti irrita e ti stomaca, ecco perché ogni volta che esce un disco di Edda ho voglia di andare in analisi. Come se arrivasse il Natale. Tuttavia, forse, con “Fru FruStefano ha trovato la sua dimensione, il problema nostro però, è quello di accedere a questa dimensione e difficilmente ciò si riesce a fare al primo ascolto.

Perdonatemi, rimango ancora sul “forse”: forse se non fosse così spietato nel regalarci immagini sessuali tanto essenziali quanto esplicite sarebbe molto più accessibile ma forse siamo noi che non capiamo, forse non vogliamo, o forse non vuole lui o forse Edda richiede più attenzione di qualsiasi altro cantautore vivente. Del resto questo è Edda, è un essere umano, “non un’emozione” come canta nella traccia di chiusura Ovidio e Orazio.

Sto ancora cercando di trovare le parole adatte: siamo nella curva glicemica dell’ accelerazione in derapata elettronica di Stefano “Edda” Rampoldi che con “Fru Fru”, il suo quinto disco solista, si trova di fronte ad una svolta solare, allegra, scanzonata e godereccia. È probabile che la Toscana faccia bene allo spirito dei milanesi e liberi la creatività lasciandola pascolare tra fantasie dance e memorabilia musico-televisiva italiana dei primi anni ’80. Lo si immagina eseguire il miglior pezzo dell’album The soldati in playback tra macchina del fumo e luci intermittenti colorate pre-videomusic con indosso una felpa della Best Company. Ma quello che gli ha fatto bene, oltre al contesto geografico, sembra essere l’amore, l’amore che gli permette di riferirsi al sesso e ai Santi con la stessa misura e di parlare di dualità dell’animo umano, che fa soffrire o gioire: chi parla con gli animali e chi li mangia, in ogni caso chiunque può arrivare alla beatificazione ma questo a Stefano non va giù. Non puoi essere Santo e mangiare gli animali, è impensabile per chiunque sia dotato di un briciolo di sensibilità autentica e di spiccata intelligenza emotiva.

È qui che cerco di capire cosa stia dicendo Edda, perché so che se gli parlassi non me lo saprebbe dire, non saprebbe spiegare i vari “perché” che avrei in serbo per lui. Aggrotterebbe la fronte e mi direbbe “Boh, che ne so io?” e si gratterebbe la nuca con aria schifata, ma non perché non avrebbe voglia di rispondermi ma perché non ha senso parlare di argomenti delicati, personali e profondi in un’intervista e avrebbe ragione. Quello che vedo è che la sua emotività straordinaria l’ha portato a scrivere un disco influenzato dalla musica leggera italiana e dalla dance, proprio perché non c’è modo di esprimere l’indicibile, “Fammi capire chi siamo, perché ci ammaliamo e dopo moriamo” e allora bisogna trovare un canale e questo gli viene suggerito dal motto Hare Krishna “Canta e sii felice”, canta e partecipa al Canto, insomma: ama, o cerca in tutti i modi di farlo.

E balla via la miseria, la tristezza, la disperazione e auspica ad un’Italia “Tutta Gay”, unico modo, unico sistema possibile per essere felici dato che siamo tutti dei poveri disgraziati, uomini, animali, piante, qui niente e nessuno è escluso, tutto e tutti sono destinati a cercarsi da mangiare e morire, ma come si fa ad accettare una cosa simile? Non si può, non ci si abitua, non la si accetta e basta. Ma non si può nemmeno cantare la follia così com’è, per questo Edda canta in questo modo. Perciò, prendere o lasciare.

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