1. Total Dump
2. Giant Crush Crash
3. Cream It
4. The Jerk
5. Strike
6. Shiny Happy Asshole
7. Franky Butthole
8. Tumor-O-Rama
9. Kerosene Mike
10. Panamarama
11. The Longest Yard
Senza infamia e senza lode, si potrebbe dire così del nuovo lavoro del power trio francese Sofy Major. “Total Dump“, questo il titolo del nuovo disco, è godibile e contiene brani con una buona dose di melodia e riff che ricordano molto band come Red Fang, Torche, Big Business o Whores, il tutto con l’aggiunta di un pizzico di grunge, ma non riuscendo a graffiare o a lasciare il segno. Il disco arriva a quasi quattro anni dal precedente “Wise“, che faceva presagire buone cose.
Il lavoro in cabina di regia è affidato ancora una volta a Dave Curran, bassista degli Unsane, ed infatti il suono che esce dalle casse è sostanzialmente quello: basso granitico e sempre in evidenza, chitarre non esageratamente cariche di distorsioni ma che non riescono a risultare abrasive o disturbanti, batteria sempre martellante e con il caratteristico suono secco del rullante. Il tiro, così come la grinta sono comunque presenti, ed è un requisito importante per un disco del genere. Tuttavia, potrebbe subito sorgere una domanda: perché non ascoltare direttamente un buon disco degli Unsane? Proprio questo è il problema: in un panorama come quello dell’alternative ”ibrido”, che richiama determinate sonorità del post-hc degli anni 90 ci sono già tanti gruppi, quindi per emergere bisognerebbe dare o un forte tocco di personalità al proprio sound, oppure scrivere pezzi che lascino maggiormente il segno.
Partendo dalla seconda considerazione, manca proprio un po’ di brillantezza nella scrittura, i brani si susseguono senza lasciare mai la zampata vincente od un sussulto e quando è così il rischio è che dopo tre o quattro pezzi ci si annoi. Quanto alla personalità, invece devo entrare nello specifico traccia per traccia; se la prima Total Dump ricorda tanto i Torche (così come la terza Cream It o Shiny Happy Asshole)in Giant Crash Crush e Strike sembra di sentire i Red Fang, così come The Jerk pare un pezzo uscito da un disco dei Big Business. Appena inizia Franky Butthole poi, con subito l’assolo di chitarra sgangherato e malinconico in primo piano è evidentissima l’influenza dei pluricitati Unsane, mentre ancora Kerosene Mike ha l’incedere pachidermico che richiama lo sludge dei Melvins.
Quello che voglio far intendere è appunto che manca quel giusto mix di legittima influenza, originalità e personalità che eviti che il tutto suoni troppo, davvero troppo già ascoltato o sentito, impedendo così ai Sofy Major di emergere dal marasma generale di band “alternative”. Ed è un peccato, perché le potenzialità ci sarebbero eccome, oltre al fatto poi che la band dal vivo sa decisamente farsi valere.
Se fossimo a scuola direi ai Sofy Major una delle classiche frasi di repertorio tanto amate dai professori e che rivolgono agli alunni che galleggiano: “Hai fatto il compitino, ma potresti applicarti di più!”