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Beirut – Gallipoli

2019 - 4AD
folk / world music

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Tracklist

1. When I Die
2. Gallipoli
3. Varieties Of Exile
4. On Mainau Island
5. I giardini
6. Gauze fur Zah
7. Corfu
8. Landslide
9. Family Curse
10. Light In The Atoll
11. We Never Lived Here
12. Fin


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Beirut ha recuperato un nuovo album di cartoline tra passato e presente, pubblicandole sotto forma di canzoni nel nuovo album “Gallipoli“. Sebbene ad un primo ascolto il disco possa non diversificarsi troppo da quelli precedenti, proprio come un album di vecchie foto o cartoline porta con se freschezza ed unicità intrinseche. Se l’album precedente “No no no” aveva sonorità leggermente più latine, che idealmente potevano condurci su qualche spiaggia della Spagna del secolo scorso, il nuovo lavoro è un ritorno alle sonorità più nostalgiche e frastagliate dell’Italia meridionale e dell’Est Europa, tenendosi ben distante dagli oramai consunti ritmi metà rock e metà balcanici del folk nelle sue varie declinazioni.

Come i ricordi, anche le canzoni di Beirut sono soggette al tempo e agli inganni della memoria e i ricordi che in cui sono intrise le canzoni hanno bene o male tutti un sapore dolce e malinconico come del resto spesso accade. A colpire in primis è Gallipoli, la canzone che è anche il titolo dell’album. Come Zach Condon ha più volte spiegato, la canzone è stata ispirata da una processione religiosa di paese che passò sotto la finestra della sua stanza mentre si trovava nella cittadina. All’ascolto in effetti il trasporto nella freschezza e nella piccola realtà di Gallipoli è quasi immediata, assieme all’incedere ideale del piccolo corteo di gente. La stessa aria di leggerezza di Gallipoli si ripropone in On Mainau Island, pezzo puramente strumentale che rimanda all’isola di Mainau sul Lago di Costanza. Anche qui viene molto facile ritrovarsi ad osservare le creste luccicanti del lago sotto il sole di una giornata serena, con quel candore che spesso hanno le cose agli occhi di un bambino.

C’è molta innocenza in questo ultimo album di Beirut, e meno il peso dei passati tristi ed oscuri che spesso popolano molti luoghi in Europa, a seguito delle vicende belliche dei primi del ‘900, una ricerca della serenità e di una quiete meditativa. Forse parte del significato di questo ultimo progetto ce la racconta Landslide (frana, smottamento) , la traccia numero otto che racconta di una frana avvenuta dopo una forte tempesta. Ovviamente si tratta di vicende simboliche e ciò che rimane indietro, al di là dei detriti, sono le tristezze e le oscurità vissute in precedenza mentre davanti a noi si apre la via della speranza verso qualcosa di meglio, “di più soleggiato”.

Gallipoli” non è certo un album che rimarrà impresso nel lungo periodo per una sua particolarità specifica, ma come le foto e le cartoline del passato menzionate prima, saprà farci ricordare le giornate di sole che abbiamo vissuto e alle quali ancora aneliamo per il nostro futuro.

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