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Black To Comm – Seven Horses For Seven Kings

2019 - Thrill Jockey
elettronica

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Tracklist

1. Asphodel Mansion
2. A Miracle No- Mother Child At Your Breast
3. Lethe
4. Ten Tons Of Rain In A Plastic VCup
5. Licking The Fig Tree
6. Fly On You
7. Double Happiness In Temporary Decoy
8. If Not, Not
9. The Desert Alphabet
10. Semirechye
11. Ramses II
12. Angel Investor
13. The Courtesan Jigokudayu Sees Herself As A Skeleton In The Mirror of Hell


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C’è da dire che la Thrill Jockey ha coraggio da vendere; finché spazia tra artisti alternative riesce a rientrare in un discorso di struttura discografica commerciabile ma quando si tratta di produrre personaggi come Marc Richter a.k.a. Black to Comm la questione si fa più dura: non trattandosi di un nome noto ai più o facente parte di una band più conosciuta, è difficile riconoscere “Seven Horses for Seven Kings“, decimo lavoro dell’artista e primo per la Thrill, come un progetto principale e non un side-project. Ma, a quanto pare, dobbiamo farcene una ragione e accettare che Marc è questo: un artista multimediale astratto che compone musica astratta, uno di quegli artisti che troveresti esibirsi nei più improbabili club di Berlino e tra il cui pubblico scorgeresti un interessato Thurston Moore.

Sta di fatto che c’è qualcosa di speciale nella musica sperimentale di Marc, con “Seven Horses for Seven Kings” siamo in una strana zona tra colonna sonora, noise apocalittico, corde tese sull’abisso e attacchi ai vertici della psicanalisi. Ferrose bastonate su lamiere arrugginite sopra a incursioni persussionistiche contro/fuori tempo, altipiani magnetici, tubature soniche, catalogabile come drone, ambient, elettronica, experimental.

E allora cosa c’è di valido in tutto questo? C’è che, per qualche oscura ragione, il nuovo album a nome Black to Comm è credibile. Qualunque cosa stia dicendo, la sta dicendo in modo ragionato e, sempre per qualche oscuro motivo, Marc ti porta a fidarti di lui, ti porta in luoghi in cui nulla è lasciato al caso, dove elementi primordiali si incontrano, soprattutto è un incontro di elettricità ed è un veicolo per esplorare mondi paralleli, colonna sonora di sé stesso, del proprio messaggio, un meta-viaggio, come andare al cinema a guardare la proiezione dei propri incubi. Que viva la Thrill Jockey!

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