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Servant Songs – Life Without War

2019 - Flying Kids Records
songwriting / folk

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Tracklist

1. Sink Or Swim
2. All The Great Ideas
3. Convalescence Blues
4. A Home
5. Perpetual Cheerleader
6. Going Gray
7. Drivers Ed
8. Out On A limb


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“I wish I could pull you apart, So I could see what you are, How you set them all on fire. Instead, I’m still spending time.” Così Nicola Ferloni, che per noi in questi minuti prenderà il nome di Servant Songs, decide di iniziare la sua carriera da solista. Una manciata di parole che diventano subito un manifesto politico della sua musica. O per lo meno, della musica che ha deciso di suonare. Nicola ha infatti militato nei Vulturum e ha fondato i Pueblo People. Ha poi suonato anche negli Scena, l’anno della reunion con un nuovo cantante. Ovunque abbia messo mano i risultati sono sempre stati importanti.

Servant Songs è il nome del suo nuovo progetto e “Life Without War” è il titolo del disco di debutto di questa nuova realtà, nata tra Como e Milano. Non ha fondato un altro gruppo per potersi esprimere, e con il nome di Servant Songs percorre anch’egli la strada di diversi cantanti che, dopo aver vissuto per anni in band più o meno famose, decidono di dedicarsi al cantautorato punk-folk. Mi viene in mente George Hirsch dei Blacklisted, che con il suo Harm Wülf ha rivisitato in chiave naturalistica la modernità americana, ma ce ne sono molti altri.

Fuori per la milanese Flying Kids Records (già con Do Nascimiento, Action Dead Mouse e Lantern), “Life Without War” è un disco descrittivo e contemplativo al tempo stesso, frutto di una cultura musicale senza frontiere e una capacità di leggere, epurando i cosiddetti “mezzi termini”, le necessità del pubblico. Ecco allora la taumaturgica A Home, che lentamente ci trasporta in un viaggio interiore di contemplazione e meritocrazia sentimentale; ecco arrivare la neofolk Convalescence blues e la splendida Going Gray, la canzone che preferisco nell’intero lavoro.

All The Great Ideas invece fu pubblicata da Nicola quasi due anni fa e viene reinserita in questo album a lunga gittata, diventandone subito il brano più caratterialmente determinante: pochi effetti, niente ripetizioni e ritornello da intuire e guadagnare. Le atmosfere sono così dure e polverose che potrebbero benissimo uscire da un racconto di Carver o un romanzo di Offutt e i ritmi sono quelli di un’antologia contenuta in un disco punk rock.

Servant Songs non è allora affatto mero cantautorato e “Life Without War” non è per nulla un disco solista nel vero significato della parola: è musica che ci parla di quanto sia difficile esprimere con parole nostre i sentimenti che ci accompagnano quando soffriamo e ci sentiamo in bilico. Senza però minimamente aiutarci.

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