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Beth Gibbons – Henryk Górecki: Symphony No.3 (Symphony Of Sorrowful Songs)

2019 - Domino
classica contemporanea

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Tracklist

1. I. Lento — Sostenuto tranquillo ma cantabile
2. II. Lento e largo — Tranquillissimo
3. III. Lento — Cantabile-semplice


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Sono pochissimi gli esempi che mi vengono in mente quando penso ad una commistione tra musica classica e musica leggera generalmente intesa come pop / rock. Una delle band sicuramente non nuove a un tale legame sono sicuramente i Portishead, e credo che tutti voi ricorderete l’epico live al Roseland Ballroom di New York, e se per caso non l’avete fatto, non leggete oltre e andate immediatamente a sentirlo perché vi state perdendo una delle performance musicali più belle del Novecento.

Quale miglior personaggio quindi di Beth Gibbons, iconica cantante della suddetta band inglese, per cimentarsi non con un brano ma con un’intera sinfonia del compositore polacco Henryk Górecki, nello specifico la “Sinfonia no. 3” (detta anche “Dei Canti Lamentosi”) per soprano ed orchestra. Una composizione macabra, struggente ed intensa come poche, le frequenze basse la fanno da padrona, gli archi producono scurissime lame di suono e gli ottoni borbottano continuamente in lontananza creando un’atmosfera di una catarsi unica, un dolore così bello da diventare estatico e oggetto del desiderio. Pochi sono gli sprazzi di luce, anch’essa trascendente ed eterea ma mai libera da una profonda malinconia dalla quale non sembra esserci nessuno scampo.

La voce di Beth Gibbons non fa altro che rendere il tutto, se mai fosse possibile, ancora più lugubre e funereo. Una voce vibrante diversa da quella a cui siamo stati abituati, complice anche la lingua (la Gibbons canta in polacco), ma stesso feeling, stesso dolore imperituro e immortale, proprio di una vera dea della musica. L’ascolto è incredibilmente scorrevole grazie al minimalismo profuso nella composizione, assenza totale di virtuosismi e ampio spazio al sentimento e all’emozione. La musica classica è spesso snobbata dai vari espertoni e cultori della musica leggera o dei generi estremi; ecco, questo è un esempio per il quale faremo tutti meglio ad ascoltarne di più di musica classica, così da liberarci da tutti i costrutti del music business ed andare dritti alla sorgente più pura dell’arte che amiamo.

Personalmente spero proprio che anche altri artisti possano prendere a modello questa incantevole performance e possano proporre qualcosa di analogo. Ringraziamo quindi Beth Gibbons, che oltre ad ammaliarci come sempre, riesce anche ad ampliare i nostri ascolti e ad avvicinarci a queste meraviglie altrimenti a molti di noi poco conosciute.

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