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Amanda Palmer – There Will Be No Intermission

2019 - Cooking Vinyl
songwriting

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Tracklist

1. All The Things
2. The Ride
3. Congratulations
4. Drowning In The Sound
5. Hold On Tight, Darling
6. The Thing About Things
7. Life’s Such A Bitch Isn’t It
8. Judy Blume
9. Feeding The Dark
10. Bigger On The Inside
11. There Will Be No Intermission
12. Machete
13. You Know The Statistics
14. Voicemail For Jill
15. You’d Think I’d Shot Their Children
16. A Mother’s Confession
17. They’re Saying Not To Panic
18. Look Mummy, No Hands
19. Intermission Is Relative
20. Death Thing


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L’ironia è quella cosa che ti spinge a intitolare “There Will Be No Intermission” (“Non ci saranno interruzioni” tradotto in italiano) un album che di interruzioni – o intermezzi che dir si voglia – ne conta la bellezza di dieci. Si tratta perlopiù di minuscoli quadretti strumentali, alcuni dei quali anche molto suggestivi (You’d Think I’d Shot Their Children, You Know The Statistics), che fanno da collante tra un brano e l’altro, spesso riprendendone atmosfere e motivi.

Si viene così a creare una sorta di effetto concept che permette ad Amanda Palmer di dare maggior coesione a una raccolta di canzoni che, nate sotto il segno di impulsi e stimoli ben precisi, scavano nella sfera personale per far emergere sensazioni condivisibili da tutti, soprattutto quando i riferimenti al periodo storico che stiamo attraversando si fanno evidenti. È stata la stessa cantautrice statunitense, ex metà del duo dark cabaret The Dresden Dolls, a definire il suo terzo lavoro solista “un esercizio in sopravvivenza”, una valvola di sfogo per tempi duri (e cupi).

Alla base di questi settantotto minuti davvero intensi di musica e parole c’è un senso di urgenza che va oltre la semplice necessità di trasmettere un messaggio. Il registro espressivo cui l’artista ricorre sia quando canta, sia quando suona il pianoforte (o l’ukulele in una manciata di episodi), è talmente tanto variegato da non lasciare fuori alcuna sfumatura emotiva. La sua voce, che ai neofiti potrebbe risultare alquanto affettata, è in realtà un magnifico esempio di sincerità e trasparenza. Nessun filtro: tra sussurri, urla, stonature e nodi alla gola, quasi ogni singolo secondo di “There Will Be No Intermission” diventa una tempesta di sentimenti dalla quale è difficile trovare riparo.

Si va dal dolore causato dalla perdita di un amico (Machete) al trauma della maternità (A Mother’s Confession), passando ancora per l’alienazione all’epoca della post-verità (Drowning In The Sound) e la depressione, terribile altalena di umori (come si evince dal testo di The Ride). La centralità dell’aspetto narrativo nell’album toglie terreno a tutto il resto, con arrangiamenti spogli e una spiccata attitudine folk a porre l’accento proprio su questa caratteristica. Amanda Palmer ha talmente tante cose da dire da allungare fino all’inverosimile le sue piano ballads: The Ride e A Mother’s Confession superano abbondantemente i dieci minuti. Non che ci sia nulla di male, per carità: sono due splendide tracce.

Quello che manca a “There Will Be No Intermission”, tuttavia, è quel pizzico di leggerezza e humor da cabaret presente in quanto fatto in passato con i Dresden Dolls o i Grand Theft Orchestra. La teatralità c’è ancora e si sente, ma alla commedia si preferisce il dramma.

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