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In Flames – I, The Mask

2019 - Nuclear Blast
melodic death metal

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Tracklist

1. Voices
2. I, the Mask
3. Call My Name
4. I Am Above
5. Follow Me
6. (This Is Our) House
7. We Will Remember
8. In This Life
9. Burn
10. Deep Inside
11. All The Pain
12. Stay With Me


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Circa un anno fa usciva I Am Above, primo singolo dell’album “I, The Mask”: l’ultima fatica degli In Flames. Ma l’opinione dei fan continua ad essere spaccata: c’è chi critica l’evoluzione del sound della band per via del graduale abbandono dei toni death metal verso linee più melodiche e chi, invece, gradisce e apprezza tali rimodulazioni di frequenze. Dopo gli insoddisfacenti “Siren Charms” (2014) e l’ultimo “Battles” (2016), la band capitanata da Anders Fridén cerca di riprendere in mano il timone. Negli ultimi dieci anni, infatti, il lavoro dei ragazzoni svedesi non convince lo zoccolo duro dei loro fan: c’è un’aura di stasi e mancanza di convinzione che sembra gridare più al reggersi a galla, che al voler dare una scossa al gruppo e al suo sound. Personalmente ritengo che sia giusto parlare di una vera e propria devoluzione verso toni e strategie più soft, rispetto al sound death metal di lavori come “The Jester Race”(1996) o “Whoracle”(1997).

Già all’inizio degli anni duemila, Fridén e compagni avevano fatto intendere che il gruppo si dirigeva verso altri lidi sonori, quindi, probabilmente, i fan del metallo duro non hanno poi tutti i torti ad essere scontenti e, con “I, The Mask”, sarà difficile far cambiar loro idea. Dopo l’abbandono, nel 2010, di Jesper Strömblad ex chitarrista e cofondatore del gruppo, si aggiungono le assenze del batterista di Joe Rickard e dello storico bassista Peter Iwers, rimpiazzati rispettivamente da Tanner Wayne e Bryce Paul.

La band svedese comincia bene sotto i colpi di Voices: chitarra imperiosa che lascia via via spazio a linee melodiche che si fondono con la voce di un Fridén in ottima forma. Buona fattura anche per la title track che parte a martellate per poi risfoderare e consolidare nuovamente il connubio death e melodic: il solito alternarsi di voce harsh e clean descrive al meglio tutto ciò. I Am Above, primo singolo estratto, aveva fatto sperare un possibile ritorno a ciò che fu e forse, dopo le prime tracce, i ragazzi ci hanno quasi convinto. Purtroppo però, sbattendo la testa su stracce come (This is Our) House, o All the Pain, restiamo un po’ interdetti e riascoltando il disco è chiaro che i buoni propositi iniziali sembrano sciogliersi come neve al sole. In This Life o We Will Remember sembrano tracce uscite da un disco dei 30 Seconds Yo Mars: tutto eccessivamente caramelloso per essere registrato con il marchio degli In Flames.

La band riprende un po’ le fila del discorso quando irrompe Burn: finalmente torniamo a  muovere un po’ la testa su e giù, ma manca sempre quell’elemento di cattiveria, di pathos, di fiamme. Nonostante la precisione esecutiva di Tanner alla batteria, e l’ottima tecnica che il gruppo ha sempre dimostrato di avere, sembra tutto incorniciato e decorato da un’eccessiva delicatezza. Ancora più confusi ci lascia Deep Inside: nel complesso non una brutta traccia, con linee power metal nel ritornello. Insomma sembra tutto un pasticcio di alternative, melodic e death metal che risulta melenso e pesante da ascoltare. È possibile comprendere la voglia di innovazione e soprattutto la vena creativa che Anders e Björn sembrano aver sviluppato chiusi dentro allo studio di registrazione tra grigliate di carne e birra, ma qualcosa non va: cambiare e rinnovarsi sì, ma nel modo giusto ragazzi.

Insomma, in conclusione, questo gruppo continua e pare che continuerà anche in futuro a dividere la critica ed i fan. Infatti, non c’è dubbio che lo zoccolo di metalheads legato al death metal duro degli In Flames rischia di avere un’altra delusione e di rimanere scontento. Al contrario, tra i fan amanti del sound più melodico e alternativo, per non dire commerciale, sicuramente “I, The Mask” riscuoterà un buon successo. Diciamo che, ancora una volta, il fuoco degli In Flames brucia sotto la cenere, speriamo di vederlo ardere e bruciare come in passato, anche se, al momento, la strada presa dalla band sembra tutt’altra. 

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