Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Periphery – Hail Stan

2019 - Entertainment One Music
progressive metal / djent

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Reptile
2. Blood Eagle
3. Chvrch Bvrner
4. Garden in the Bones
5. It's Only Smiles
6. Follow Your Ghost
7. Crush
8. Sentient Glow
9. Satellites


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Siamo al 5 Aprile 2019, data di rilascio di “Hail Stan”, nuovo album dei Periphery, band djent/progressive metal che ha scritto, negli ultimi anni, la storia di uno dei generi che ha fortemente segnato questo secondo decennio del ventunesimo secolo.

Incredibile ma vero, in qualche modo il quintetto americano, al di la di qualunque aspettativa, è riuscito non solo a confermarsi una band di assoluta qualità ma, soprattutto, a stupire come ben poche uscite nel genere sono riuscite a fare negli ultimi anni. Il djent sembra essere ormai alle porte del suo declino dopo essere giunto all’apice tra 2014 e 2015 divenendo una delle principali mode musicali del decennio tanto da spopolare in un’offerta fin troppo nutrita di prodotti musicali d’ambito.

Al netto di ciò, in un periodo in cui la musica progressive metal tenta disperatamente di rivoluzionarsi per non affogare nella mancanza di cose da dire dopo aver detto tutto (se non troppo) negli ultimi anni, un’uscita da parte di una band cardine di un genere agli albori della sua fase calante potrebbe essere, per gli addetti ai lavori, nulla di troppo eclatante se non, anzi, la potenziale conferma musicale di una parabola discendente.

Ovviamente gli addetti ai lavori, me compreso, hanno sempre pane per i loro denti, qualcuno che riesca smentirli risultando l’eccezione che conferma la regola. Quel qualcuno, questa volta, sono i Periphery che con il loro “Hail Stan” sono stati in grado di far saltare sulle sedie gli ascoltatori metal di mezzo mondo con un album già acclamato a gran voce tra i papabili migliori del 2019 (coro a cui, tra l’altro, non posso non accodarmi).

Hail Stan” non solo conferma il momento di buona forma della band americana ma, soprattutto, presenta alle nostre orecchie nuovi esaltanti elementi donando freschezza e originalità al proprio ambito musicale. Un album dal taglio profondamente duro e oscuro, ricolmo dei caratteristici riffing sincopati alternati a rapide bordate chitarristiche, il tutto associato ottimamente con sprazzi tra l’orchestrale e l’elettronico senza mai tralasciare un certo livello di orecchiabilità e momenti di sana ambient, elemento distintivo fondamentale del genere fin dalla sua nascita.

Reptile è una suite di sedici minuti che non accusa minimamente la lunga durata districandosi in modo variegato e dinamico tra riffing rabbiosi, delicate sezioni pulite ed esplosioni epiche. Blood Eagle e Church Burner sono due missili terra aria, pura potenza esplosiva, cattiveria musicale mista a groove, studiate in laboratorio per smuovere anche i pit più freddi. Garden in The Bones e Crush mostrano, invece, il lato più alternative e melodico della band. Pezzi altamente orecchiabili con spiccati elementi elettronici, ritornelli estremamente catchy e sezioni poggiate su chitarre dure e compatte. Perla in chiusura è Satellites, lunga “ballata” dal taglio bipolare. In essa troviamo, in un primo momento, una suggestiva e malinconica composizione dominata da arpeggi clean e voci soffuse per poi andare a sfociare su un pezzo dal taglio epico e rabbioso a garantire un ending dal grande impatto emotivo.

Con “Hail Stan” i Periphery hanno centrato il bersaglio donando una ventata d’aria fresca al panorama prog-metal moderno mostrando che, con del sano impegno, ci sono ancora molti modi per riuscire a stupire e rinnovare senza necessariamente perdere se stessi.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni